Problemi con il calcolo stipendio netto? In effetti, non è semplicissimo calcolare lo stipendio netto, eppure molti sono i lavoratori dipendenti interessati a sapere dallo stipendio lordo qual è l’ammontare del netto in busta paga che se ne ricava.
Il netto in busta paga rappresenta, infatti, la somma che il lavoratore effettivamente percepisce alla fine del mese, nel momento in cui percepisce lo stipendio.
Ed è proprio questo, nella maggior parte dei casi, l’elemento che, nella sostanza, più interessa al lavoratore: la somma in questione è il frutto di una serie di operazioni che partono dalla cosiddetta RAL (ovvero la retribuzione annua lorda) e che giunge, poi, attraverso varie operazioni (principalmente di trattenute per contributi previdenziali ed assistenziali, oltre che di tassazione) al netto a pagare.
Calcolo stipendio netto: come fare
Il primo passaggio da fare è individuare la retribuzione lorda RAL. Proprio da questa somma, infatti, si prelevano gli importi a titolo di tasse ed imposte, e quelli per i contributi previdenziali. Questi si determinano, rispettivamente, dall’imponibile fiscale e dall’imponibile previdenziale.
RAL: cosa comprende
La retribuzione lorda rappresenta il punto di partenza per il calcolo dello stipendio netto.
Questa include: la retribuzione della prestazione di lavoro svolta, assenze retribuite per malattia, ferie, permessi e simili, assenze per sospensione o diminuzione dei lavori (ammortizzatori sociali, Cassa Integrazione ecc.), ma anche ratei e mensilità aggiuntive o altre indennità
Sono poi previste regole particolari a livello contributivo e fiscale per quanto riguarda altri importi, beni o servizi riconosciuti al lavoratore, come i fringe benefits legati al welfare aziendale e la retribuzione di risultato (liddove presente ed assegnata).
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Calcolo stipendio netto: imponibile INPS ed IRPEF
L’imponibile ai fini previdenziali è più alto rispetto a quello fiscale: infatti, la somma è pari alla retribuzione lorda, che viene arrotondata per eccesso o per difetto quando è espressa da un importo decimale rispettivamente al di sopra o al di sotto dei 50 centesimi.
Ben diverso, e inferiore rispetto a quello previdenziale, è l’imponibile fiscale: questo, a differenza dell’imponibile INPS, è pari al reddito in denaro ed in natura erogato dal datore di lavoro, al netto di contributi previdenziali ed assistenziali (precedentemente calcolati) e, ovviamente, degli oneri deducibili.
In seguito alla manovra finanziaria 2022, varata alla fine del 2021, sono cambiate le tradizionali aliquote Irpef vigenti in passato. Per un reddito mensile lordo fino a 1250 euro, si applica quella al 23%. Questa cresce, poi, al 25% per gli imponibili compresi tra 1.250 euro e 2.333,33 euro al mese, aumenta, ancora, al 35% fino a 4.166,66 euro di stipendio lordo mensile. Oltre questa soglia, poi, vige l’aliquota massima del 43%.
Calcolo stipendio netto: le detrazioni
Da una retribuzione lorda in busta paga per lavoro dipendente si sottraggono, ovviamente, anche le detrazioni.
La loro funzione è quella di abbattere l’IRPEF lorda in misura differente a seconda del reddito complessivo ai fini fiscali del contribuente, alleggerendo, dunque l’impatto dell’imposta da versare, tenendo conto delle spese che il lavoratore sostiene per recarsi al lavoro e mantenere eventuali figli o familiari a carico. Su questo punto la normativa è cambiata sensibilmente nel corso degli ultimi anni. I dettagli.
Calcolo stipendio netto: il risultato finale
Dunque, in sintesi, la determinazione del netto in busta paga parte dalla retribuzione lorda (imponibile previdenziale), cui si sottraggono i contributi previdenziali ed assistenziali a carico del dipendente e della ditta. Una volta determinato l’imponibile IRPEF si applica, poi, l’aliquota di competenza, in scaglioni crescenti a seconda del reddito.
Prima di calcolare il netto in busta paga, possono presentarsi altri elementi in grado di condizionarne l’importo, come, ad esempio, le trattenute per addizionali regionali e comunali; eventuale credito d’imposta (in competenza) a titolo di trattamento integrativo (importo netto).
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