CIN: partono da novembre le prime sanzioni per gli affitti brevi. Il 3 settembre è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale l’annuncio del Ministero del Turismo (MITUR) riguardante l’avvio della Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) su scala nazionale.
CIN: sanzioni da novembre, le strutture devono adeguarsi
Un passo fondamentale è stato fatto per l’implementazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questo codice è essenziale per garantire trasparenza nel mercato degli affitti turistici e brevi, contribuendo alla legalità e alla qualità dei servizi offerti ai turisti.
Restano dunque 60 giorni per adeguarsi alle nuove disposizioni, con la deadline il 2 novembre. Durante questo periodo, le strutture ricettive dovranno ottenere il CIN, che dovrà essere esposto visibilmente all’ingresso delle strutture e indicato in ogni annuncio pubblicato.
L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale e favorire l’emersione del sommerso nel settore del turismo. Oltre a questo, la riforma prevede l’allineamento delle Online Travel Agencies (OTA), che non inseriranno nelle loro piattaforme strutture prive del CIN.
Cosa è il CIN?
Il CIN è il Codice Identificativo Nazionale degli immobili a destinazione turistica (b&b, affitti brevi, strutture ricettive, etc). Viene rilasciato dal Ministero del Turismo su richiesta del titolare della struttura.
Il CIN andrà inserito negli annunci
Dal punto di vista operativo, i gestori delle strutture ricettive devono inserire il CIN in tutti gli annunci e comunicazioni, e il mancato rispetto di queste disposizioni comporterà l’applicazione di sanzioni pecuniarie. Le sanzioni variano da 800 a 8.000 euro per la mancata richiesta del CIN, e da 500 a 5.000 euro per la sua mancata esposizione.
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Come richiedere il CIN?
Come dicevamo poc’anzi, il CIN va richiesto da diretti interessati al Ministero del Turismo. Il MITUR ha messo a disposizione un canale telefonico dedicato fino al 6 settembre, per assistere i gestori nella richiesta del CIN e per fornire informazioni sulla BDSR.
Gli interessati possono anche accedere alla piattaforma online tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica per integrare le informazioni mancanti e segnalare modifiche, oltre a ottenere il CIN.
La stangata sugli affitti brevi
In effetti, questi sono tempi bui per i gestori immobiliari del turismo. Dopo l’eclatante caso della Toscana sul divieto di affitti brevi turistici, a seguito del quale si temono ripercussioni anche sulle altre zone d’Italia, che potrebbero seguire l’esempio, ora è infatti anche il turno di possibili sanzioni per chi omette il CIN. Le sanzioni possono arrivare a toccare i 10mila euro per chi non si mette in regola.
Questi cambiamenti generano preoccupazioni tra i proprietari delle strutture ricettive, che spesso si ritrovano quindi a dover fare i conti con procedure sempre più complesse e restrittive, e che penalizzano il loro settore.