La settimana corta, che prevede una riduzione delle ore lavorative da 40 a 32 ore settimanali senza modificare la retribuzione, sta guadagnando sempre più attenzione. Questo modello innovativo non solo migliora il work-life balance dei dipendenti, ma può anche portare a risultati economici positivi per le aziende. Diversi studi e sperimentazioni in atto hanno evidenziato come, con una gestione oculata, una settimana lavorativa più breve possa conciliare la qualità della vita con le performance aziendali.
Settimana corta, un modello da adottare
Ali Lavoro è stata una delle prime aziende italiane ad aver sperimentato la settimana corta, riscontrando risultati estremamente positivi. A partire dal luglio 2023, l’azienda ha ridotto l’orario settimanale a 32 ore, mantenendo la retribuzione invariata. I dati emersi dalla sperimentazione, riportati nell’ebook “La settimana corta è davvero un successo?”, confermano che i dipendenti hanno registrato un miglioramento significativo del loro work-life balance, con una riduzione dello stress e un aumento del senso di responsabilità e impegno. Nonostante la riduzione delle ore lavorative, il fatturato è aumentato, segnando un +3,02% rispetto all’anno precedente.
Ali Lavoro – come altre aziende che stanno testando questo modello – sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo per comprendere appieno le implicazioni a lungo termine della settimana corta. Tuttavia, i risultati finora ottenuti suggeriscono che la settimana corta potrebbe diventare una pratica consolidata per migliorare sia la qualità della vita lavorativa che le performance aziendali. L’infografica prodotta da Ali Lavoro fornisce una panoramica visiva dei principali risultati ottenuti attraverso questa sperimentazione, evidenziando gli effetti positivi su benessere e produttività.
Benefici del lavoro flessibile per il work-life balance
Come anticipato, le sperimentazioni con la settimana corta hanno mostrato un impatto significativo sul benessere dei dipendenti. La riduzione delle ore lavorative, infatti, porta a una diminuzione delle emozioni negative e a una sensibile riduzione dello stress. Tra gli effetti positivi, si segnala un abbassamento del conflitto tra vita privata e lavoro, che riduce il tempo speso lontano dalla famiglia e aumenta il tempo dedicato alle attività personali e ricreative.
Organizzazione e performance lavorativa: un impatto positivo
Oltre ai benefici psicologici, la settimana corta sembra incidere positivamente anche sull’organizzazione del lavoro e sulle performance individuali. I dipendenti dichiarano di aver migliorato la gestione dei propri compiti e l’organizzazione interna. Inoltre, il senso di responsabilità e l’impegno nei confronti dei propri compiti aumentano, creando un ambiente di lavoro più produttivo e collaborativo.
Un fatturato in crescita nonostante la riduzione delle ore lavorative
Un dato sorprendente riguarda l’effetto della settimana corta sui risultati economici. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ridurre le ore di lavoro non ha avuto ripercussioni negative sulle performance finanziarie. Tutt’altro: molte aziende hanno registrato un incremento del fatturato, dimostrando che un buon equilibrio tra vita privata e lavoro può favorire una maggiore motivazione e produttività.
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Performance e risultati individuali
Anche sul fronte degli obiettivi individuali, i dati sono positivi. Le aziende che hanno adottato la settimana corta hanno visto un incremento nel raggiungimento degli obiettivi professionali, con un aumento delle performance legate ai KPI aziendali. Questo suggerisce che la riduzione delle ore lavorative, se ben strutturata, può non solo migliorare il benessere dei dipendenti, ma anche portare a risultati tangibili in termini di business e crescita.