Come leggere la busta paga? I lavoratori dipendenti possono sapere quanto pagano per i contributi previdenziali e a quanto ammonta il TFR dando un’occhiata più attenta alla busta paga mensile. In più, il documento è importante per capire gli importi per la malattia, oppure per le spese di trasferta, o ancora se c’è stato un aumento e perché. I dipendenti che hanno usufruito del cuneo fiscale nel 2023 hanno visto anche l’importo di quanto gli spettava dopo la Legge Finanziaria. Nella guida si trovano per la busta paga spiegazione voci, trattenute e tutto quello che serve sapere!
Come leggere la busta paga, il contratto
Per capire come leggere la busta paga si parte dall’intestazione. Qui ci sono alcuni dati fondamentali, quali:
- Mese di riferimento per il pagamento dello stipendio. Accanto al numero del documento, specifica il periodo per il quale il dipendente riceve l’importo per il suo lavoro.
- Dati dell’azienda e del lavoratore. La ditta inserisce anche numero INPS e INAIL. Il primo codice serve all’azienda per pagare i contributi Inps, mentre il secondo interviene per l’assicurazione per il lavoratore in caso di infortunio. Il lavoratore si identifica nel documento con nome, cognome e codice fiscale.
- Paga base. Indica l’importo dello stipendio di partenza in base al contratto di riferimento.
- Contingenza. È un aiuto economico che arriva ogni tanto – una tantum – per affrontare le emergenze, come un’inflazione alta.
- EDR o Elemento Distinto della Retribuzione. È un importo extra di 10,33 euro per chi lavora nel privato.
La seconda parte è un conteggio completo delle ore. Infatti qui si trovano le ore di lavoro effettivo, quelle di permesso, eventuali straordinari, oppure ferie non godute, festività o maternità, accanto alle indennità per infortunio. I codici busta paga identificano ogni tipo di permesso o di extra, anche se c’è l’indicazione anche con una formula scritta.
Se il dipendente è stato assunto in seguito a un contratto pubblico, allora il suo inquadramento economico è riportato in busta paga, con indicazione della fascia di appartenza. Nel privato, invece, si usano i contratti collettivi nazionali. Di conseguenza il dipendente ha in busta paga l’importo dello stipendio al netto e al lordo, con indicazione del tipo di contratto di riferimento, come a titolo di esempio CCNL Industria Metalmeccanica inserito negli elementi perequativi del documento.
L’ultima parte del documento è la più importante, perché mette nero su bianco la differenza tra stipendio netto e lordo. Qui ci sono i dati previdenziali, che permettono di calcolare il cedolino dalla busta paga. In questa sezione si trovano anche:
- indennità di malattia;
- assegni di maternità;
- cassa integrazione o mobilità;
- assegni familiari.
Poi c’è la parte dei dati fiscali, con gli importi pagati dell’IRPEF, l’imposta regionale sulle persone fisiche. In seguito ci sono i dati relativi al trattamento di fine rapporto TFR maturato durante l’attività lavorativa. Il TFR si restituisce al termine del contratto di lavoro e ha una tassazione del 20% da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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Subito sotto c’è lo stipendio netto. Anche gli extra hanno una voce nella busta paga, come avviene per aumenti di stipendio che non dipendono da scatti di anzianità, come un premio di produttività, oppure una parte di dividendo quando il dipendente è anche socio della società per cui lavora (succede nelle cooperative).
In questa sezione ci sono anche gli incentivi all’esodo, l’indennità sostitutiva per preavviso e le indennità per festività o permessi non goduti, cioè quando il dipendente sceglie di lavorare anche in periodo di vacanza da calendario.
Come leggere la busta paga per scoprire le trattenute
Le trattenute busta paga seguono una tabella precisa, che dipende dalle decisioni in Parlamento quando si parla di determinazione dell’imposta IRPEF. L’ultimo cambiamento su questo tema arriva nel 2017. Oltre alle trattenute IRPEF, ci sono quelle per i contributi previdenziali. Per l’Irpef la percentuale di trattenuta è pari a:
- 23% su uno stipendio fino a 1.250 euro;
- 287,50 euro più un ulteriore 27% calcolato sulla differenza tra lo stipendio fino a 2.333,33 euro e la mensilità di 1.250 euro. Con uno stipendio di 1.500 euro si calcola come trattenuta 287,50 euro con altri 67,50 euro, risultato del 27% sulla somma rimanente di 250 euro.
- 580 euro più un ulteriore 38% calcolato sulla differenza tra lo stipendio fino a 4.583,33 euro e la mensilità di 2.333,33 euro.
- 435 euro più il 41% calcolato sulla differenza tra la mensilità fino a 6.250 euro e 4.583,33 euro.
- 2.1118,33 euro più il 43% contato sulla differenza tra la mensilità e 6.250 euro.
Per i contributi previdenziali è prevista una detrazione pari a 1.800 euro fino a 8.000 euro all’anno, che sale con un calcolo specifico per gli importi superiori. La formula è quella che segue per il dipendente che percepisce fino a 28 mila euro all’anno:
978 + [902 x ((28 mila – reddito annuo) : 20 mila)) x (giorni di lavoro : 365)].
Se, invece, l’importo annuo è fino a 55 mila euro, allora la formula cambia così:
978 + [(55 mila – reddito annuo) : 27 mila)) x (giorni di lavoro : 365)].
Infine, chi percepisce più di 55 mila euro all’anno non ha diritto alla detrazione.
Come si vede la malattia in busta paga
Come si legge una busta paga per trovare l’importo dell’indennità per malattia? In busta paga ci sono anche i permessi per allattamento e la relativa retribuzione. L’indennità di malattia si trova nell’ultima parte del documento, nella stessa sezione degli assegni familiari.