Come richiedere l’aggravamento di invalidità civile? Un soggetto può infatti chiedere all’INPS una nuova valutazione, volta a testare il suo reale peggioramento delle condizioni di salute.
L’interessato deve presentare domanda di aggravamento a INPS, tramite il suo medico di fiducia. Tuttavia, una tale richiesta non è esente da rischi. Vediamo perché.
Aggravamento di invalidità civile: cosa dice la legge
La legge 188/1971 specifica che l’invalidità civile viene riconosciuta a chi ha una “menomazione fisica, intellettiva e/o psichica che causa una permanente incapacità lavorativa non inferiore ad un terzo”
L’interessato deve pertanto sottoporsi a un accertamento sanitario, volto a testare le sue condizioni mediche. Tale accertamento è eseguito da una Commissione medico-legale (o talvolta presso ASL).
La Commissione valuta sulla base di diversi livelli di invalidità, in r percentuale:
- dal 33% al 66%, si ha un’invalidità civile lieve;
- dal 67% al 99%, si parla di invalidità civile medio-grave;
- con il 100% di invalidità, si parla di non autosufficienza.
E’ in relazione alle dette percentuali che il soggetto acquisisce diversi benefici. E’ dunque intuibile come maggiore sia il grado di invalidità, maggiori siano i benefici e gli strumenti messi a disposizione dallo Stato.
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La domanda di aggravamento, dunque, si rende necessaria quando una persona chiede formalmente all’INPS un ulteriore accertamento volto a verificare le condizioni del sui peggioramento, e di attribuirgli quindi una percentuale di invalidità maggiore, per ottenere benefici diversi.
E’ chiaro dunque che, se la Commissione dovesse accertare un effettivo aggravarsi delle condizioni psicofisiche del soggetto invalido, questi otterrà benefici maggiori rispetto a quelli che già ha.
Tuttavia, non è infrequente che si verifichino casi-paradosso: ovvero il caso in cui un soggetto che accede alla Commissione affinché questa verifichi un avvenuto peggioramento delle sue condizioni di salute, venga invece reinserito in una condizione di invalidità a lui più sfavorevole.
In poche parole, può accadere che in caso di domanda di aggravamento, per la Commissione di valutazione vi è in realtà stato addirittura un miglioramento.
Rischi della visita per aggravamento invalidità
Solitamente, il soggetto che chiede la visita per accedere all’indennità di accompagnamento è quello che corre il rischio maggiore di vedersi “sbalzare” a una classe di invalidità di grado più lieve.
Purtroppo, quindi, il rischio c’è e la percentuale originariamente riconosciuta potrebbe essere ridotta, anche quando sia stata riconosciuta una invalidità permanente.
In relazione all’invalidità permanente, infatti, seppure sia assodato che si tratti di una condizione che non può più mutare, potrebbero ben esistere comunque lievi miglioramenti (dovuti magari a terapie o percorsi innovativi) che portano, di fatto, a un seppur lieve miglioramento della qualità di vita dell’invalido.
Facciamo un esempio: un invalido che ha perso un arto, potrebbe infatti, seppur affetto da invalidità permanente, riacquistare parzialmente la capacità lavorativa grazie ad una protesi artificiale. La commissione, quindi, potrebbe optare per un miglioramento (e non un peggioramento) delle sue condizioni di salute.
Quindi, in sintesi: l’aggravamento comporta addirittura il rischio di andare verso la direzione diametralmente opposta? La risposta è sì. Per questo è sempre consigliabile rivolgersi al medico di famiglia per ottenere una valutazione.
Come richiedere l’aggravamento delle condizioni di invalidità?
Per richiedere l’aggravamento delle condizioni di invalidità, serve rivolgersi al proprio medico curante.
Prima di tutto, è infatti necessario ottenere un certificato medico introduttivo. Questo certificato attesta le condizioni di salute e deve essere inviato all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) tramite il sistema online INPS.
Il medico invia il certificato, e dopo di che accedendo alla propria domanda sul portale INPS o rivolgendosi a un patronato, è possibile richiedere una nuova visita.
L’INPS esaminerà la domanda e convocherà l’interessato per una visita medica presso la Commissione Medica dell’ASL o direttamente presso l’INPS, a seconda delle circostanze.