Arrivano importanti novità, sul fronte del congedo parentale e dei diritti per le coppie omogenitoriali femminili. Grazie alla sentenza della Corte Costituzionale del 21 luglio 2025, infatti, anche la madre intenzionale – ovvero la donna che non ha partorito ma risulta genitore dall’iscrizione nei registri dello stato civile – ha diritto a richiedere il congedo di paternità obbligatorio, fino ad oggi riservato ad altri contesti familiari. Ecco tutti i dettagli.
Congedo parentale, cosa cambia nel concreto
La nuova misura, annunciata anche dall’INPS con il messaggio 7 agosto 2025, n. 2450, riguarda tutte le lavoratrici dipendenti all’interno delle coppie omogenitoriali femminili. A partire dal 24 luglio 2025, queste potranno beneficiare del congedo di paternità obbligatorio della durata di 10 giorni lavorativi, che salgono a 20 giorni in caso di parto plurimo. La decisione della Corte si inserisce in un quadro più ampio di evoluzione normativa, nel quale le esigenze di tutela, inclusione e parità dei diritti risultano al centro dell’attenzione istituzionale.Chi è la madre intenzionale e quali requisiti deve avere
Per ‘madre intenzionale’ si intende la donna che, pur non avendo partorito, è riconosciuta come genitore per volontà condivisa e mediante trascrizione nei registri dello stato civile. È importante sottolineare, però, che la misura sul congedo riguarda esclusivamente le lavoratrici dipendenti. E che la comunicazione della fruizione deve essere effettuata dal datore di lavoro, che provvederà anche all’anticipazione dell’indennità per conto dell’INPS.
Solo nel caso in cui questa anticipazione, da parte del datore di lavoro, non sia prevista, la lavoratrice interessata dovrà trasmettere autonomamente la domanda telematica tramite i servizi INPS, accessibili con credenziali digitali SPID, CIE o CNS.
Un passo avanti verso l’integrazione e la parità
Questa riforma sul congedo parentale sancisce un principio di uguaglianza che era da tempo auspicato dalle associazioni per i diritti civili. L’introduzione della tutela per la madre intenzionale – per cui adesso il periodo di congedo obbligatorio corrisponde a quello normalmente previsto per il padre – rappresenta una novità significativa anche in termini di inclusività e riconoscimento del ruolo delle famiglie omogenitoriali nella società italiana. Viene così garantito un importante supporto alle madri non biologiche, che potranno usufruire di tutele analoghe a quelle riservate alla madre biologica e al padre, superando, almeno sul piano normativo, disparità che persistevano ormai da anni.