I:Custodia cautelare e AD chi si trova in stato di custodia cautelare per reato perde l’assegno di inclusione? Se sì, una volta terminato lo stato di custodia può rifare domanda?
Custodia cautelare e ADI
Chi si trova in stato di custodia cautelare per aver commesso un reato (o essere sospettato di averlo commesso) ed è in attesa della sentenza definitiva, perde provvisoriamente l’assegno di inclusione.
Una volta terminata la custodia cautelare, l’ex beneficiario può ripresentare domanda solo dopo 6 mesi dalla cessazione della custodia cautelare.
Per i seguenti reati per cui è avvenuta sentenza di condanna definitiva, però, trattandosi di reati di estrema gravità, non sarà possibile chiedere ADI prima che siano passati 10 anni:
- Mafia e criminalità organizzata (associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, ecc.).
- Terrorismo e sovversione (attentati, banda armata, ecc.).
- Traffico di droga e armi.
- Tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione.
- Reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato, ecc.).
- Omicidio e gravi reati contro la persona.
Custodia cautelare: cosa è?
La custodia cautelare è una misura preventiva e restrittiva della libertà personale. Viene adottata durante le indagini preliminari o prima del processo, e viene applicata solo se ci sia il rischio concreto che l’indagato commetta altri reati, fugga, o compia nuovamente il medesimo reato.
Non essendo una condanna, si tratta solo di una misura temporanea in attesa della sentenza definitiva.
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Tipologie di custodia cautelare:
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Custodia cautelare in carcere
È la forma più severa di custodia cautelare e comporta l’imprigionamento dell’indagato in un istituto penitenziario. Si applica quando la persona è ritenuta pericolosa, o se ci sono gravi indizi di colpevolezza. È una misura cautelare che può essere adottata per evitare il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di commissione di altri reati. -
Arresti domiciliari
La persona sottoposta agli arresti domiciliari deve rimanere a casa e non può allontanarsi senza autorizzazione. Può essere applicata quando il rischio di fuga o di reiterazione del reato non giustifica il carcere, ma si ritiene comunque necessario limitare la libertà dell’indagato. -
Obbligo di dimora
In questo caso, l’indagato deve risiedere in un determinato luogo e non può allontanarsi senza autorizzazione. Non implica una detenzione, ma impone delle limitazioni alla libertà di movimento. -
Obbligo di firma
La persona sottoposta a questa misura deve recarsi periodicamente in un commissariato di polizia o in un altro ufficio di polizia per firmare. È meno restrittiva rispetto ad altre forme di custodia cautelare e viene applicata nei casi in cui non c’è rischio di fuga immediata o di pericolosità grave, ma si ritiene necessario monitorare l’indagato. -
Divieto di espatrio
È una misura che impedisce all’indagato di lasciare il paese, evitando il rischio di fuga all’estero.
Termine della custodia cautelare
Terminata la custodia cautelare, potranno essere diversi gli esiti:
- condanna: in questo caso, per il tempo in cui il percettore sarà in carcere o ai domiciliari, perde ADI e potrà richiederlo solo dopo aver scontato la pena;
- assoluzione: l’interessato può chiedere ADI dopo sei mesi dalla cessazione della custodia cautelare.
Tuttavia, per i reati sopra descritti per cui è intervenuta sentenza definitiva, come abbiamo detto, il percettore non potrà richiedere ADI prima che siano passati 10 anni.
In alternativa, può essere dunque un famigliare a richiedere ADI e continuare a percepirlo.