L’Europa è scesa a patti con Trump, e pare che i dazi minacciati dal Presidente USA si fermeranno al 15%. Ma anche così, i rischi per gli italiani sono altissimi. Perché l’incremento delle tariffe porterà senza dubbio a un’impennata dei prezzi, anche su beni di prima necessità: dal cibo agli snack, passando per i capi di tutti i giorni (ad esempio i jeans). Vediamo qui sotto come potrebbe cambiare tra pochi giorni la spesa degli italiani.
Dazi, rischio prezzi alle stelle dietro l’angolo
Non solo il gas rischia di schizzare alle stelle, ma anche tantissimi beni di prima necessità. Questo è il quadro, drammatico, che si presenta a pochi giorni dall’inizio effettivo dei dazi annunciati da Donald Trump. L’Italia, in quanto membro dell’Unione Europea, importerà sempre più gas dagli Stati Uniti, pagandolo a prezzi superiori rispetto a quelli di Africa e Russia. Con un riflesso inevitabile sui consumatori finali.
Ma non è tutto, dato che altri settori potrebbero vedere un aumento dei prezzi fuori scala. A partire dalla telefonia, con rincari su smartphone e cellulari. Passando poi per i capi di moda popolare, come i jeans. E anche il cibo non sarà esente da aumenti, purtroppo.Dalle moto agli snack, tutti gli aumenti legati ai dazi
Oltre ad aumenti indiretti, come quelli sopra descritti, ci saranno ovviamente anche rincari su tutti i prodotti USA importati da noi. A partire dagli snack, che secondo il Codacons potrebbero salire di 45 centesimi a barretta. Per non parlare della moto Harley Davidson, che potrebbero costare quasi 5mila euro in più rispetto a ora.
Si spera tuttavia in una serie di esenzioni, che dovrebbero evitare aumenti sui cosiddetti prodotti sensibili, come carne di manzo, pollame, riso e zucchero (mentre si teme per i rincari sulle mozzarelle). Ma le trattative del nostro Governo con quello americano sono tuttora in corso, motivo per cui la reale portata dei rincari sarà chiara soltanto a patti (davvero) conclusi.
In generale, come ha riportato di recente l’Ufficio Studi di Confcommercio, l’impatto dei dazi potrebbe creare un circolo vizioso, che partendo dagli Stati Uniti ricadrebbe inesorabilmente sul nostro Paese. Negli USA, infatti, i dazi “ridurranno la capacità di spesa delle famiglie americane, che sono i maggiori consumatori al mondo. E meno spese vuol dire minori commesse alle imprese di tutto il mondo che producono i loro beni, comprese quelle italiane. Le quali dovranno scegliere se aumentare i prezzi, limitando le vendite, oppure contenerli”.
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Le conseguenze sul mercato del lavoro italiano
Nel frattempo, i dazi potrebbero avere conseguenze disastrose anche sul mercato del lavoro italiano. Si teme infatti un ulteriore calo del tasso di occupazione, e le previsioni sono tutt’altro che rosee: secondo un’indagine del Censis, dazi pari al 10% rischiano di portare alla perdita di oltre 68mila posti di lavoro. E contando che il patto con Trump si è fermato al 15%, le stime potrebbero anche peggiorare.