Slitta di qualche giorno l’arrivo in Aula del nuovo Decreto Bollette, inizialmente previsto per oggi, 11 aprile. Il provvedimento sarà esaminato dalla Camera lunedì 14 aprile, con tempi ristretti per l’approvazione definitiva entro la scadenza fissata al 29 aprile. Il governo si prepara a porre la fiducia per accelerare l’iter, in modo da garantire il passaggio del testo anche al Senato.
Nel frattempo, la Commissione Attività Produttive ha approvato diversi emendamenti che hanno modificato in maniera significativa il decreto. Tra le principali novità: una riscrittura del bonus elettrodomestici, l’eliminazione del click day, una clausola a tutela della produzione europea, la proroga delle tutele graduali per i vulnerabili, e una norma salva-fringe benefit per le auto aziendali.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda proprio il bonus elettrodomestici, che cambia forma e filosofia, abbandonando l’approccio restrittivo del click day e puntando a un accesso più universale e sostenibile. Ma il decreto tocca anche temi più ampi, come il rafforzamento della tutela dei consumatori, e introduce una nuova figura professionale: quella dell’utility manager, pensata per aiutare cittadini e imprese nella gestione delle utenze.
Quali sono le novità del bonus elettrodomestici 2025?
Una delle riforme più attese riguarda il bonus elettrodomestici, che nel testo emendato del decreto viene semplificato e reso più equo. L’emendamento, proposto da Fratelli d’Italia, cancella definitivamente il meccanismo del click day, sostituendolo con lo sconto diretto in fattura. Questo significa che il cittadino non dovrà più competere per accaparrarsi le risorse disponibili in un’unica giornata, ma potrà beneficiare del bonus in modo più ordinato e accessibile.
Il nuovo schema prevede:
- uno sconto fino al 30% sul prezzo d’acquisto dell’elettrodomestico;
- un tetto massimo di 100 euro per ogni singolo contributo;
- un massimo di 200 euro per i nuclei familiari con ISEE inferiore a 25.000 euro;
- l’utilizzo della piattaforma PagoPA per la gestione del contributo;
- l’obbligo di smaltire un elettrodomestico usato, purché di classe energetica inferiore.
Questo cambiamento non solo semplifica la procedura, ma incentiva anche la sostituzione degli apparecchi più vecchi, favorendo un minor consumo energetico e un approccio più sostenibile ai consumi domestici.
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Perché il decreto tutela la produzione europea?
Una novità importante, contenuta nello stesso emendamento, riguarda il requisito di produzione all’interno dell’Unione Europea per gli elettrodomestici oggetto del bonus. La misura nasce con l’intento di proteggere la manifattura italiana e continentale, escludendo dai benefici i prodotti realizzati in Paesi extra-UE.
Questa scelta assume un valore ancora più strategico nel contesto geopolitico attuale. L’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni europee, in quello che sembra configurarsi come l’inizio di una nuova guerra commerciale. La clausola di produzione europea contenuta nel decreto appare, dunque, come una prima risposta difensiva, volta a rafforzare il tessuto industriale locale e ad arginare l’impatto delle misure protezionistiche statunitensi.
Nuove tutele per i cittadini vulnerabili
Un’altra misura centrale riguarda il destino dei clienti vulnerabili nel mercato energetico. Un emendamento della Lega stabilisce che, anche dopo la fine del sistema a tutele graduali prevista per il 31 marzo 2027, questi cittadini non saranno lasciati al mercato libero, ma verranno automaticamente reindirizzati verso un sistema protetto.
La misura si applica a:
- cittadini over 75;
- persone con disabilità riconosciute;
- famiglie in condizione di disagio economico, già beneficiarie del bonus energia.
Secondo i promotori dell’emendamento, l’obiettivo è duplice: proteggere i risparmi delle famiglie vulnerabili e mettere al riparo queste fasce della popolazione dal rischio di pratiche commerciali aggressive, come il teleselling selvaggio.
Modifiche ai fringe benefit aziendali
Il decreto interviene anche sul delicato tema dei fringe benefit legati alle auto aziendali, salvaguardando quelle già ordinate. In particolare, sarà esclusa dalla nuova tassazione introdotta dalla Legge di Bilancio la concessione d’uso promiscuo per i veicoli:
- ordinati entro il 31 dicembre 2024;
- concessi dal 1° gennaio al 30 giugno 2025.
La misura ha un impatto economico quantificato in 8,3 milioni di euro per il 2025, con una proiezione di spesa di 9,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, e 1,2 milioni di euro nel 2028. Le coperture saranno garantite attingendo al Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Nasce l’utility manager: chi è e a cosa serve?
Il decreto introduce anche la figura dell’“utility manager”, un nuovo consulente destinato a supportare cittadini e imprese nella gestione delle utenze domestiche e aziendali. Il suo ruolo sarà quello di:
- aiutare nella lettura e confronto delle tariffe;
- fornire supporto nella scelta del contratto più conveniente;
- assistere nel rispetto dei diritti del consumatore;
- contribuire a orientare le scelte verso soluzioni più sostenibili ed efficienti.
Si tratta di una figura strategica, pensata per rafforzare la trasparenza del mercato dell’energia, evitando che i consumatori finiscano vittima di offerte poco vantaggiose o poco comprensibili.
Quando entreranno in vigore le nuove misure?
Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 29 aprile 2025. Dopo la lettura alla Camera, prevista per il 14 aprile, il testo passerà al Senato per la seconda lettura. Per rispettare i tempi, l’esecutivo si prepara a porre la fiducia, accelerando così l’iter parlamentare.
Inoltre, per utilizzare le eventuali maggiori entrate IVA generate dall’aumento del prezzo del gas per finanziare nuovi interventi contro il caro bollette, sarà necessario il parere delle commissioni parlamentari competenti, da esprimersi entro 15 giorni.