A partire dal 2025, nelle buste paga dei lavoratori dipendenti in Italia è comparsa una nuova voce chiamata “Ulteriore detrazione L. 207/24“, che ha sostituito la precedente riduzione o esonero dei contributi previdenziali IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti). Ma cosa significa esattamente questa modifica e che impatto ha sullo stipendio netto?
Cos’è questa nuova detrazione?
Fino al 2024, per aumentare il netto in busta paga, il Governo aveva previsto una riduzione dei contributi previdenziali IVS a carico dei lavoratori dipendenti. Questo significa che, ogni mese, una parte minore dello stipendio veniva trattenuta per il versamento dei contributi INPS, lasciando così più soldi direttamente nel netto del lavoratore.
Dal 2025, invece di ridurre i contributi previdenziali, il Governo ha deciso di applicare una detrazione fiscale sull’IRPEF (l’imposta sul reddito delle persone fisiche). In pratica, invece di pagare meno contributi, i lavoratori vedranno applicata una detrazione direttamente sulle imposte dovute.
Perché è stata introdotta la detrazione L. 207/24?
Il motivo principale è semplificare il sistema e garantire che il beneficio economico per i lavoratori venga mantenuto. Con la vecchia riduzione dei contributi IVS, c’era il rischio che questa agevolazione non avesse effetti positivi sulla futura pensione, poiché un minore versamento di contributi significava un calcolo pensionistico meno favorevole. Con la nuova formula della detrazione fiscale, invece, lo stipendio netto resta più alto senza incidere negativamente sulla pensione futura.
Qual è l’effetto in busta paga?
Il cambiamento non significa che i lavoratori riceveranno meno soldi rispetto al 2024. L’importo della detrazione fiscale è stato calcolato per garantire che il netto in busta paga rimanga lo stesso o molto simile a quello garantito dalla precedente riduzione contributiva. In sostanza, lo stipendio netto non cambia significativamente, ma il modo in cui viene calcolato è diverso.
Chi ne beneficia?
Questa detrazione riguarda principalmente i lavoratori dipendenti che fino al 2024 avevano beneficiato dell’esonero contributivo IVS. Il vantaggio resta lo stesso, ma anziché agire sulla quota di contributi versata all’INPS, si applica direttamente sull’IRPEF.
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Cosa cambia in prospettiva futura?
Dal punto di vista pratico, per il lavoratore cambia poco nel breve termine: continuerà a percepire uno stipendio netto simile a quello del 2024. Tuttavia, questa modifica può avere effetti positivi nel lungo periodo perché evita la riduzione dei contributi pensionistici, proteggendo così il futuro assegno pensionistico.
Pertanto, questo significa che il netto in busta paga rimane simile a quello del 2024. La riduzione non avviene più sui contributi previdenziali, ma tramite una detrazione fiscale. Il sistema diventa più trasparente e aiuta a non penalizzare la pensione futura.