Detrazioni figli a carico, ne riparliamo dopo l’articolo dell’anno scorso per informare sulle novità per il 2024. Anche per quest’anno le detrazioni per figli a carico rientrano in quelle previste per i dipendenti con busta paga, a patto che ci siano gli altri requisiti che vedremo all’interno di questa guida. Come funzionano le detrazioni e chi ha diritto a richiederle?
Quando si ha diritto alle detrazioni per figli a carico
Le detrazioni per i figli si possono ottenere se si hanno i seguenti requisiti:
- genitore con reddito valido per il calcolo dell’IRPEF, ovvero con busta paga, cedolino della pensione o dichiarazione dei redditi annuale su cui si paga l’imposta per le persone fisiche;
- figli di massimo 21 anni con un reddito non superiore ai 2.840,51 euro all’anno. Il limite massimo sale a 4.000 euro se il figlio ha fino a 24 anni. In più, i figli devono restare nel nucleo familiare di origine per dare diritto alla detrazione al genitore. Infatti, se il giovane decide di andare via di casa, allora la detrazione non sarà più disponibile, ma potrebbero esserci le detrazioni per i figli che studiano nei casi specifici. Un esempio sono le detrazioni previste per i figli che studiano fuorisede, sulle cui spese si possono chiedere le detrazioni.
Non rientrano nei redditi dei figli da tenere in considerazione le borse di studio, mentre nel calcolo rientrano interessi per titoli a proprio nome, oppure derivati dall’attività sportiva. Se il figlio supera la soglia di reddito prevista anche se è in casa, il genitore non avrà detrazioni. Ne avrà diritto per i figli fuori dal matrimonio, oppure per figli adottati e affidati.
I genitori che non hanno busta paga, ma presentano la dichiarazione dei redditi ogni anno, possono chiedere la detrazione diretta al momento del calcolo delle tasse da applicare al reddito annuo.
Cosa sono le detrazioni figli a carico in busta paga
Le detrazioni figli a carico sono degli importi da sottrarre alle tasse quando si presenta la dichiarazione dei redditi. La detrazione per il figlio a carico è disponibile in base al numero di figli e alla loro età. Chi è dipendente ha la detrazione mensile diretta in busta paga e questa è indicata sul documento al momento di ricevere lo stipendio. L’importo della detrazione di partenza è pari a:
- 950 euro all’anno per figli dai 3 anni fino a 21/24 anni;
- 1.220 euro all’anno per figli fino a 3 anni;
- 1.350 euro all’anno per figli di età superiore ai 3 anni con invalidità;
- 1.620 euro all’anno per figli di età inferiore a 3 anni con invalidità.
È importante sapere che il genitore ha diritto alla detrazione per l’invalidità del figlio, anche se la percentuale non dà diritto all’indennità. Infatti, per ottenere l’indennità si deve arrivare al 75% di invalidità, ma un genitore con un figlio con una percentuale più bassa ha diritto comunque alla detrazione per invalidità. I figli con invalidità hanno diritto alla detrazione anche dopo i 21 anni dopo l’assegno unico, anche se sono state eliminate alcune detrazioni minori riferite alla patologia del figlio.
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Oltre a questi elementi, il cittadino può chiedere detrazioni figli a carico più alte in base al numero di figli. La detrazione sale di 200 euro per figlio e per le famiglie numerose c’è una seconda detrazione bonus di 1.200 euro sul totale delle detrazioni figli a carico previste. Il riferimento normativo è l’art.12 del TUIR.
I cittadini stranieri residenti in Italia devono dimostrare di non avere detrazioni o aiuti dai Paesi d’origine se extra UE. La normativa è l’art. 1 co. 1325 della L. 27.12.2006 n. 296, accanto ai documenti relativi alla famiglia dal Paese d’origine per certificare l’appartenenza del Paese di origine alla Convenzione dell’Aja del 5.10.61 e la composizione del nucleo familiare (in questo caso serve la traduzione in italiano dei documenti).
I cittadini comunitari residenti in Italia devono presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà secondo il decreto del Ministro delle Finanze 4 settembre 1996.
Che fine fanno le detrazioni con l’assegno unico
La legge n. 46/2021 ha messo a disposizione delle famiglie l’assegno unico, una misura di sostegno che ha cancellato vari incentivi, come:
- premio nascita;
- bonus bebè;
- assegni maggiorati per 3 figli o più;
- vecchi assegni familiari;
- alcune detrazioni IRPEF prima previste.
L’assegno unico si può richiedere presentando la domanda relativa all’Inps e in presenza di requisiti specifici. Abbiamo spiegato la procedura completa in questo articolo.
Quanto è la detrazione per un figlio a carico
Il calcolo detrazioni figli a carico dipende dal contesto familiare. Se uno dei coniugi è a carico dell’altro, allora è quest’ultimo ad avere diritto anche alle detrazioni per i figli. Invece, se entrambi lavorano, si presume che entrambi contribuiscano alle spese per i figli. Di conseguenza entrambi hanno diritto a richiedere la detrazione. In questi casi si può scegliere di dividere tra i genitori le detrazioni previste a metà, oppure di lasciare la detrazione totale a chi ha il reddito più alto tra i due.
Se i genitori si separano, il calcolo delle detrazioni figli a carico dipende dal tipo di separazione. Il coniuge affidatario ha diritto al 100% delle detrazioni in caso di scioglimento o annullamento del matrimonio – o ancora in caso di divorzio – mentre la detrazione si divide a metà in caso di affidamento congiunto o condiviso, oppure quando il figlio diventa maggiorenne.
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