Quale è la differenza tra ritenuta a titolo d’acconto e d’imposta? Innanzitutto, la ritenuta è una forma di tassazione applicata alla fonte, ovvero un prelievo effettuato direttamente dall’ente erogatore di un reddito. Tale ritenuta può essere, appunto, “a titolo d’acconto” o “a titolo d’imposta.” Vediamo la differenza tra le due.
Ritenuta a titolo d’acconto
La ritenuta a titolo d’acconto è un prelievo che viene effettuato in modo precoce sul reddito del contribuente e che si considera un “anticipo” sull’imposta finale che il contribuente dovrà andare a pagare. Questo tipo di ritenuta non estingue, di fatto, l’obbligo fiscale, ma riduce l’importo totale delle tasse dovute dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi.
E’ un tipo di ritenuta comunemente applicato ai redditi da lavoro autonomo, come:
- quelli dei liberi professionisti,
- dei compensi per collaborazioni occasionali
- dei dividendi percepiti dai soci.
Facciamo un esempio pratico: un lavoratore autonomo emette una fattura di 1.000 euro. Se applicabile, la ritenuta d’acconto (ad esempio al 20%) verrà trattenuta, e il committente verserà 200 euro all’erario e 800 euro al professionista. Quando il professionista compila la dichiarazione dei redditi, terrà conto di questi 200 euro come “acconto” sull’imposta complessiva dovuta. Se, al momento della dichiarazione, risultasse che il professionista ha pagato più del necessario, potrà ottenere un rimborso, mentre se ha pagato meno, dovrà integrare l’importo.
Ritenuta a titolo d’imposta
La ritenuta a titolo d’imposta, invece, è una trattenuta che estingue direttamente e definitivamente l’obbligo fiscale del contribuente su quel reddito specifico.
In altre parole, l’importo trattenuto viene considerato a tutti gli effetti come il pagamento finale e definitivo dell’imposta, senza necessità di ulteriori adempimenti fiscali. La ritenuta a titolo d’imposta è tipicamente applicata su alcune tipologie di reddito a tassazione separata, quali:
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- gli interessi sui conti bancari,
- i titoli di Stato
- alcune tipologie di dividendi.
Questa ritenuta è spesso applicata a una percentuale fissa, indipendentemente dal reddito complessivo del contribuente.
Facciamo un altro esempio: se si percepiscono interessi su un conto corrente, la banca applica una ritenuta del 26% a titolo d’imposta. Questo significa che l’importo trattenuto è l’imposta definitiva su quei redditi, e il contribuente non dovrà includere questi redditi nella dichiarazione fiscale.
Differenza tra ritenuta e titolo d’acconto e d’imposta
Dunque, è facilmente intuibile dove stia la differenza: infatti, la ritenuta a titolo d’acconto è un anticipo che sarà conguagliato nella dichiarazione dei redditi, mentre la ritenuta a titolo d’imposta rappresenta il pagamento definitivo dell’imposta, senza ulteriori obblighi dichiarativi.
Entrambi i meccanismi aiutano a semplificare il processo fiscale, ma hanno implicazioni diverse: la prima richiede un controllo successivo, mentre la seconda conclude il rapporto fiscale su quel reddito.