Il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto quest’anno quota 7,2%. Per questo motivo, in vista del 2025 il Governo ha deciso di varare una serie di incentivi all’occupazione, tra indennità di disoccupazione, bonus, percorsi di politica attiva e alcuni strumenti di sostegno specifico in caso di malattia, maternità o congedo matrimoniale. Vediamo quindi quali sono i principali bonus e le indennità previste per i disoccupati nel 2025.
Disoccupati nel 2025, tutti gli aiuti
Prima di entrare nel dettaglio dei bonus e delle indennità di disoccupazione disponibili, è bene distinguere tra le varie tipologie di aiuti presenti. Possiamo individuare in questo senso tre categorie:- Le indennità di disoccupazione, che spettano immediatamente dopo la perdita involontaria del lavoro e variano a seconda del settore e della tipologia del contratto
- Le politiche attive, cioè percorsi di orientamento e formazione al lavoro organizzati da agenzie per il lavoro, centri per l’impiego o centri di formazione, che in alcune circostanze prevedono un sostegno economico
- Diversi strumenti di sostegno per specifiche situazioni, come malattia, congedo di maternità o congedo matrimoniale.
Detto questo, entriamo ora nel dettaglio delle misure disponibili per il 2025.
La Naspi e la Dis-Coll
Il primo aiuto ai disoccupati per l’anno 2025 è senza dubbio la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). La Naspi è un’indennità mensile di disoccupazione rivolta ai lavoratori subordinati che hanno almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni. A questi lavoratori spetta il 75% dello stipendio medio percepito entro un massimo di 1.425,21 euro, più il 25% per la parte residua, fino ad arrivare a un massimale di 1.550,42 euro. L’indennità viene erogata per un periodo di tempo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni, per un massimo di 24 mensilità complessive. Può tuttavia essere corrisposta in un’unica soluzione a chi decide di mettersi in proprio.
Simile alla Naspi è anche la Dis-Coll, vale a dire l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. La Dis-Coll viene riservata a questa categoria di lavoratori in caso di cessazione di una o più collaborazioni, ma anche ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio. Per ottenere questo sussidio è richiesto un unico requisito: aver maturato almeno 1 mese di contribuzione nella Gestione Separata Inps. Per quanto riguarda il calcolo dell’importo, è simile a quello della Naspi (i massimali sono identici), ma non si tiene conto dello stipendio percepito, bensì del reddito imponibile ai fini previdenziali (risultante dai versamenti contributivi effettuati nell’anno solare in cui si è verificato l’evento di cessazione del lavoro, e in quello solare precedente, diviso per il numero di mesi di contribuzione).
Il sostegno al reddito (Sar)
Ai lavoratori disoccupati che hanno avuto contratti di somministrazione spetta invece il Sostegno al reddito (Sar), erogato da FormaTemp. Per ottenere questo aiuto bisogna essere disoccupati da almeno 45 giorni e con almeno 110 giorni di lavoro maturati. Oppure essere disoccupati da almeno 45 giorni e aver concluso la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro). A chi rientra nei requisiti viene corrisposto un bonus di 1000 euro, che si riduce a 780 euro per coloro che sono disoccupati da almeno 45 giorni e hanno maturato almeno 90 giorni di lavoro nell’ultimo anno.
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L’indennità di disoccupazione agricola
Esiste anche una misura specifica di sostegno ai lavoratori agricoli dipendenti, che spetta per un numero di giornate pari a quelle effettivamente lavorate. L’indennità di disoccupazione agricola si può però ottenere soltanto con i seguenti requisiti:
- Iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti
- Due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria
- Almeno 102 contributi giornalieri nel biennio
L’importo dell’indennità agricola è pari al 40% della retribuzione di riferimento, con una trattenuta del 9% a titolo di contributo di solidarietà.
L’Assegno di Inclusione e il SFL
Da menzionare, tra gli aiuti ai disoccupati per il 2025, è senz’altro l’Assegno di Inclusione (ADI) che ha sostituito da poco il vecchio Reddito di Cittadinanza. A differenza del RdC, però, l’ADI spetta soltanto alle famiglie che hanno almeno un componente disabile, minore, over 60 o assistito da un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali. E oltre all’ADI esiste anche il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), destinato a chi ha un Isee inferiore a 6 mila euro e si trova nella condizione di poter lavorare. Per questa categoria è previsto un percorso di partecipazione a una serie di iniziative di formazione e orientamento, durante il quale viene erogato (per un massimo di 12 mensilità) un bonus dal valore di 350 euro. È bene tuttavia sottolineare che il Supporto per la Formazione e il Lavoro non è compatibile con la Naspi.
Gli altri strumenti di sostegno all’occupazione
Come anticipato, oltre ai classici bonus contro la disoccupazione esistono anche strumenti di sostegno specifico in alcuni casi particolari. Ad esempio, in caso di malattia certificata dal medico entro 60 giorni dalla cessazione del contratto di lavoro da dipendente, al disoccupato spetta un’indennità pari al 50% della retribuzione media giornaliera tra il 4° e il 20° giorno, e pari al 66,66% dal 21° al 180° giorno.
Esiste inoltre una tipologia di congedo matrimoniale valida per coloro che nei 90 giorni precedenti il matrimonio (o l’unione civile) hanno lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative. A questi spetta un’indennità sostitutiva del congedo matrimoniale con un importo variabile a seconda della qualifica e del settore lavorativo di riferimento. Infine, è da considerare tra gli incentivi all’occupazione anche il congedo di maternità: anche alle disoccupate spetta infatti un’indennità sostitutiva del congedo di maternità obbligatorio della durata di 5 mesi, ammesso che dalla sospensione del lavoro all’inizio del congedo siano trascorsi non più di 60 giorni. Questa indennità spetta anche a chi è titolare di Naspi e alle lavoratrici che rispettano i seguenti requisiti:
- Sono impiegate in settori in cui non è previsto il contributo contro la disoccupazione involontaria
- Possono vantare almeno 26 contributi settimanali negli ultimi 2 anni
- Hanno iniziato il periodo di congedo con una distanza massima di 180 giorni dall’ultimo giorno di lavoro.