Ha fatto scalpore il recente caso di una studentessa non vedente a cui sono stati assegnati docenti di sostegno senza competenze in Braille. Questa situazione solleva importanti interrogativi sull’adeguatezza delle competenze di molti docenti di sostegno in Italia e sulle responsabilità delle scuole. In un contesto in cui il diritto all’istruzione inclusiva è garantito per legge, quali alternative hanno le scuole per rispondere efficacemente ai bisogni specifici degli studenti con disabilità?
Cosa prevede la legge per i docenti di sostegno?
Secondo la normativa italiana, i docenti di sostegno devono garantire l’integrazione e il successo scolastico degli alunni con disabilità. Tuttavia, non esiste l’obbligo per i docenti di possedere competenze tecniche specifiche che possano rispondere a tutte le esigenze educative individuali. Questo ha portato a situazioni come quella della studentessa calabrese, che rischia di non ricevere un supporto realmente adeguato per la mancanza di una figura in grado di comunicare in Braille.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 5851/2018, ha stabilito che, in questi casi, le scuole hanno il diritto di ricercare risorse anche al di fuori delle graduatorie ufficiali. Questo significa che, se nessun docente di sostegno disponibile possiede le competenze necessarie, la scuola può esplorare soluzioni alternative, ricorrendo a figure specialistiche esterne che sappiano soddisfare i bisogni dello studente.
Quali sono le alternative per la scuola?
Le soluzioni per garantire un sostegno adeguato agli studenti con disabilità sono diverse, ma richiedono flessibilità e prontezza d’intervento da parte degli istituti scolastici. Ecco alcune possibilità:
- reclutamento di personale esterno qualificato: una delle opzioni previste dalla legge è che la scuola, qualora si trovi a dover rispondere a necessità particolari, possa rivolgersi a professionisti esterni con le competenze specifiche richieste, ad esempio un esperto di Braille o un logopedista. Questo garantirebbe agli studenti un supporto più mirato e coerente con le loro reali necessità educative e di integrazione;
- formazione specifica per i docenti di sostegno: oltre alla possibilità di ricorrere a figure esterne, incentivare la formazione continua per i docenti di sostegno è una soluzione a lungo termine che può ridurre questo tipo di problemi. Ad esempio, corsi di Braille, comunicazione aumentativa alternativa (CAA), o tecniche di supporto per disabilità sensoriali e motorie potrebbero migliorare l’efficacia del sostegno scolastico. Investire in formazione specializzata consentirebbe anche di rispondere in modo proattivo a futuri bisogni specifici che potrebbero emergere nel corso dell’anno scolastico;
- accertamento preventivo delle competenze: prima di assegnare un docente di sostegno a uno studente con disabilità, le scuole possono verificare le competenze specifiche possedute dal personale interno. Questo permetterebbe di abbinare ogni studente alla figura più adeguata già presente nell’organico, ottimizzando l’utilizzo delle risorse interne senza dover ricorrere, quando possibile, a risorse esterne.
Quali sono le problematiche dei docenti di sostegno senza competenze?
Un docente di sostegno senza le competenze necessarie rischia di non riuscire a garantire l’integrazione e il diritto allo studio dell’alunno con disabilità. La sentenza del Consiglio di Stato chiarisce che la funzione del docente di sostegno non può ridursi a una “mera ed inutile presenza” in classe. Infatti, senza la formazione e le capacità specifiche richieste, il supporto non sarà efficace, e la figura del docente di sostegno perde la propria funzione educativa e sociale.
Il diritto all’inclusione scolastica è tutelato dalla Costituzione e dal diritto internazionale, e le istituzioni scolastiche devono garantirlo fornendo, quando necessario, un sostegno personalizzato, competente e mirato alle necessità specifiche.
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Un sostegno scolastico più competente e inclusivo
Il problema dei docenti di sostegno senza competenze specifiche evidenzia una sfida cruciale per il sistema scolastico italiano. Le scuole sono tenute a rispondere in maniera concreta alle esigenze dei propri studenti, anche esplorando canali alternativi di reclutamento e investendo sulla formazione continua dei docenti. Queste misure non solo promuoverebbero un ambiente più inclusivo e accogliente, ma migliorerebbero anche il percorso educativo di molti studenti con disabilità, garantendo loro il diritto a un’istruzione equa e di qualità.