Mezzo milione di domande ADI respinte: e ora viene da chiedersi se non ci sia un problema alla fonte. Che le domande ADI accolte fossero state meno di quanto i vertici del Governo si aspettavano, non è un mistero.
In effetti, era già nell’aria da tempo la possibilità di allargare le maglie della regolamentazione ADI, per permettere l’accesso a persone sino ad ora escluse. Ma la grande contraddizione al momento è rappresentata dagli invalidi, che a causa di una burocrazia contraddittoria e spesso farraginosa, si ritrovano ad essere esclusi dallo stesso sussidio che in realtà dovrebbe accoglierli tra gli aventi diritto. Vediamo perché.
Domande ADI respinte: sono troppe fino ad ora
Dati alla mano, le domande ADI respinte sono tante, forse troppe. I nuclei a cui viene destinato ADI ad oggi sono 600mila: poco più di un milione di persone.
La maggioranza di queste persone sono anziani soli, o con figli invalidi, o coppie in età avanzata. Eppure, ad essere destinatari della misura sono (o dovrebbero essere) anche coloro che sono in giovane età ma hanno carichi di cura verso minorenni: come mai allora sono una piccola fetta di queste persone percepisce l’assegno?
Oltretutto, la grande contraddizione sta nella situazione degli invalidi, vera nota dolente del nostro studio sui dati ADI. Un maggiorenne invalido, pur vivendo da solo, risulta comunque a carico dei genitori (o di qualsiasi caregiver). Questo significa che il suo reddito viene sommato a quello di tutto il nucleo, con conseguente raggiungimento delle soglie ISEE per accedere al sussidio (oggi fissate in 9360 euro annui).
Ma il problema delle soglie e delle “contraddizioni” concrete, un altro grave problema è rappresentato dal fatto che le pratiche stanno semplicemente procedendo a rilento. Alcuni nuclei meritevoli di tutela, in pratica, sono nel “limbo” delle domande in corso di accettazione per il semplice fatto che la carenza di operatori porta un inevitabile rallentamento nella coda delle domande da accettare.
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Lo ha già denunciato Tutolo, consigliere della Regione Puglia, che aveva esortato le istituzioni a munirsi di personale per procedere a passo più spedito.
Per questo motivo, per velocizzare l’iter, INPS ha messo a disposizione un portale per gli operatori ADI che serva loro da guida, con tutte le informazioni, guide utili, novità e strumenti.
Pratiche ADI in via d’esame
Molte pratiche sono ancora in esame. Sono in tante le famiglie con figli piccoli a carico a star sperimentando questa problematica. Proprio il fatto che si proceda a rilento può perciò essere una delle motivazioni per le quali i nuclei composti da giovani con figli a carico sembrano essere stati come “oscurati” dalle statistiche ADI sopra esaminate e pochissimi sono dunque attualmente percettori.