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Home Fisco e tasse

Perché il Fisco controlla chi non preleva dal conto corrente?

Da tempo il Fisco ha messo sotto la lente d'ingrandimento anche chi non preleva mai dal conto. Ecco perché e come fare a difendersi.

di Tommaso Pietrangelo
25 Maggio 2025
in Fisco e tasse, Attualità
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Il Fisco italiano controlla chi fa troppi prelievi (o troppo ricorrenti). Ma anche chi non preleva quasi mai dal proprio conto corrente rischia di finire sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate. Il motivo? Il sistema tributario italiano suppone che senza prelievi, quindi senza contanti, i contribuenti non siano in grado di andare avanti. Vediamo quindi come funziona questo meccanismo e come difendersi dai controlli del Fisco.

Sommario

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  • Fisco, perché scattano controlli su chi non preleva
  • Cosa può succedere a chi non effettua prelievi
  • Come dimostrare la propria innocenza al Fisco

Fisco, perché scattano controlli su chi non preleva

Senza prelievi, com’è possibile avere contanti? È questa la domanda da cui parte il Fisco, per andare poi a controllare eventualmente che tutto sia in regola. In pratica, il sistema tributario italiano, con la presunzione legale, suppone che un contribuente in grado di vivere senza ‘toccare’ il proprio conto corrente abbia contanti da usare. E quindi si affidi a guadagni in nero.

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Insomma, la Super Anagrafe dei conti correnti, da qualche tempo a questa parte, ha deciso di puntare l’attenzione anche su coloro che non prelevano mai. Una tattica che potrebbe portare a ottimi risultati, in termini di lotta all’evasione, ma che rischia al tempo stesso di mettere nei guai anche i contribuenti onesti che ormai si affidano principalmente alle transazioni digitali.

Cosa può succedere a chi non effettua prelievi

Coloro che non prelevano dal conto, dunque, rischiano di diventare oggetto di accertamenti fiscali. L’Agenzia delle Entrate inviterà questi contribuenti a presentarsi di persona per chiarire la propria posizione. Perché un qualsiasi lavoratore che percepisce uno stipendio, deve riceverlo per forza sul suo conto corrente, e il datore di lavoro non può pagare il salario in contanti. Se invece lo stipendio arriva, ma non viene mai prelevato, il sospetto del Fisco può diventare legittimo.

Il discorso cambia, però, per i pensionati. Infatti la pensione con importo fino a 1.000 euro si può prendere anche in contanti all’ufficio postale, senza che transiti sul proprio conto corrente. Ma in questi casi il Fisco è al corrente sia dell’importo della pensione che della modalità di percezione (in contanti). Quindi il rischio di evasione non c’è.

Va inoltre notato che eventuali controlli tengono in considerazione anche le entrate del resto del nucleo familiare. Perciò se un componente, ad esempio un figlio che lavora ma vive con i genitori, non fa mai prelievi e mette da parte quello che guadagna – ma esistono altri familiari che prelevano e si occupano delle spese – non esiste il rischio di divenire oggetto di un accertamento fiscale.


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Come dimostrare la propria innocenza al Fisco

Nel caso in cui un contribuente finisca davanti al Fisco, per via di un accertamento, sarà tenuto a dimostrare che i soldi con cui vive (e con cui mantiene eventualmente la famiglia) derivano da disponibilità lecite di liquidità: quindi un regalo da familiari, o una donazione in contanti, oppure una vincita al gioco.

Tuttavia, la prova presentata davanti alla commissione giudicante deve essere documentale e certa, quindi è necessario essere sempre in possesso di un documento che accerti la provenienza dei contanti. Va infatti ricordato che oramai il Fisco è in grado di controllare tutte le movimentazioni bancarie, compresi:

  • Prelievi frequenti
  • Prelievi corposi (che fanno presupporre un riciclaggio di denaro)
  • Nessun prelievo, che fa supporre reddito non dichiarato
  • Versamenti di importo alto o ricorrente, che fanno presumere reddito non dichiarato
  • Eccessivo risparmio, non coerente con quanto dichiarato, che fa supporre che il contribuente abbia altre entrate da redditi non dichiarati
  • Ricezione di bonifici senza la giusta motivazione (se le somme non vengono dichiarate)

Dunque il Fisco, senza dover richiedere apposite autorizzazioni, può sempre controllare in dettaglio tutti i movimenti del conto corrente di un contribuente. Per vedere se le spese effettuate, il risparmio accumulato e le operazioni eseguite sono coerenti con il reddito dichiarato. Altrimenti scatteranno accertamenti e poi, eventualmente, sanzioni piuttosto salate.

Tags: conto correntecontrollifisco
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