L’imposta di successione è quell’imposta dovuta dagli eredi che entrano in possesso del bene di una persona defunta. Sono tenuti a presentarla sia coloro che ricevono l’eredità che:
- i legatari;
- gli amministratori del patrimonio del defunto;
- i curatori;
- gli esecutori testamentari
Tuttavia, esistono delle circostanze secondo cui l’imposta non è dovuta. Sono infatti esonerati:
- I parenti in linea diretta del defunto;
- quando il valore non superi i 100mila euro
- quando non sono compresi beni immobili o diritti reali immobiliari.
E’ chiaro dunque come chi eredita un immobile è però tenuto a pagare l’imposta, a prescindere che sia o meno un parente in linea diretta, eccetto per il fatto che i figli e il coniuge hanno una franchigia agevolata. Vediamo i calcoli e gli esempi pratici
Calcolo dell’imposta di successione
E’ l’agenza delle entrate ad effettuare il calcolo, partendo da una base imponibile. La base imponibile è costituita dalla differenza tra il valore totale dell’attivo ereditario (la somma di tutti i beni) e la passività del defunto.
Facciamo un esempio, supponendo che i dati a nostra disposizione siano i seguenti:
- Valore catastale dell’immobile: 200.000 €
- Grado di parentela: figlio
- Detrazioni e franchigie: franchigia di 1.000.000 € per eredi in linea retta (figli, genitori)
- Aliquota dell’imposta di successione: 4% per gli eredi in linea retta
- Aliquota imposta ipotecaria: 2% del valore catastale
- Aliquota imposta catastale: 1% del valore catastale
Nel caso di un figlio, si applica una franchigia differenziata di 1.000.000 €. Poiché il valore dell’immobile (200.000 €) è inferiore alla franchigia, non è dovuta l’imposta di successione.
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Il figlio è però tenuto a pagare le comuni imposte, come quella ipotecaria e catastale. Quindi:
- l’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore catastale dell’immobile: 200.000 € × 2% = 4.000 €
- l’imposta catastale è pari al 1% del valore catastale dell’immobile. Quindi: 200.000 € × 1% = 2.000 €
Il totale da pagare è 6mila euro.
Altro discorso è se è un parente diverso dal figlio. Facciamo un esempio:
- Valore catastale dell’immobile: 200.000 €
- Grado di parentela: nipote (non in linea diretta)
- Detrazioni e franchigie: franchigia di 100.000 € per nipoti non in linea retta
- Aliquota dell’imposta di successione: 6% per nipoti non in linea diretta
- Aliquota imposta ipotecaria: 2% del valore catastale
- Aliquota imposta catastale: 1% del valore catastale
Nel caso di un nipote (non in linea retta), la franchigia è di 100.000 €. Poiché il valore dell’immobile è di 200.000 €, si applica l’aliquota del 6% sulla differenza tra il valore dell’immobile e la franchigia.
- Valore imponibile: 200.000 € – 100.000 € = 100.000 €
- Imposta di successione: 100.000 € × 6% = 6.000 €
- L’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore catastale dell’immobile. Quindi:
200.000 € × 2% = 4.000 €
L’imposta catastale è pari al 1% del valore catastale dell’immobile. Quindi:
200.000 € × 1% = 2.000 €
Sommando l’imposta di successione, l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale:
6.000 € + 4.000 € + 2.000 € = 12.000 €
Entro quando presentare l’imposta di successione?
Entro 12 mesi dalla data di apertura della successione (solitamente fatta coincidere con il decesso o con l’apertura del testamento).
Può essere presentata con l’aiuto di un notaio, o un alternativa in autonomia, attraverso il portale dell’Agenzia delle entrate, con apposito modello F24.
In caso di pagamenti cospicui, è previsto un pagamento in otto tranches trimestrali.
Chi non adempie a tale onere va incontro a sanzioni amministrative per dichiarazioni infedeli, con un range che va dal 100% al 200% della differenza di imposta.