Quando l’assicurazione non paga
Il primo caso in cui l’assicurazione non è tenuta a pagare è quando il conducente è responsabile del sinistro. Il proprietario dell’auto che causa l’incidente è quindi obbligato a pagare di tasca propria il carrozziere. E se ha subito lesioni, anche gravi, non avrà diritto ad alcun indennizzo.
Invece, contrariamente a quanto si crede, l’assicurazione è tenuta a coprire sia gli incidenti su strade pubbliche che quelli avvenute su strade private. Il codice della strada, infatti, opera anche sulle strade private, quindi ciò che conta non è la proprietà della strada né il fatto che essa sia aperta o meno al transito di terzi. Come stabilito da una sentenza della Cassazione, l’assicurazione auto è tenuta a risarcire anche quando l’incidente è avvenuto in un luogo privato ma accessibile al pubblico (come la rampa di un garage o un cortile condominiale), se l’uso del veicolo è “conforme alla sua funzione abituale”.
Falsi incidenti e assicurazione scaduta
Altro caso in cui l’assicurazione non paga è quello dei falsi incidenti. Nel momento in cui è presentata la denuncia di sinistro, l’assicurazione effettua accertamenti per verificare (tramite perizie di esperti) se la dinamica descritta dall’assicurato è verosimile. Se così non fosse, l’assicurazione potrebbe respingere la richiesta di risarcimento presupponendo che si tratti di un falso incidente. L’automobilista, ovviamente, può sempre contestare la decisione e richiedere al giudice il diritto al risarcimento del danno.
Anche nel caso in cui l’assicurazione sia scaduta, la compagnia non è tenuta al risarcimento. In particolare, l’assicurazione non liquida il risarcimento all’assicurato che abbia fatto un incidente dal sedicesimo giorno successivo alla scadenza della polizza. Se il rinnovo avviene invece entro i primi 15 giorni, la copertura della polizza prosegue senza interruzioni. Mentre se avviene dal sedicesimo giorno in poi, l’assicurazione è tenuta a coprire l’automobilista a partire dalle ore 24 del giorno del pagamento.
Furti e incidenti tra familiari
Un altro caso limite è quello dei furti auto. L’assicurazione Rc-auto non risarcisce se la circolazione del veicolo è avvenuta contro la volontà del proprietario, dell’usufruttuario, dell’acquirente con patto di riservato dominio o del locatario in caso di locazione finanziaria – come nell’ipotesi di furto del veicolo – a partire dal giorno successivo alla denuncia del furto. Il proprietario che ha subìto il furto, però, può presentare domanda di risarcimento al Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, che risarcisce anche i danni da circolazione del veicolo rubato causati dal ladro.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Per quanto concerne gli incidenti tra familiari, anche in questo caso l’assicurazione non è tenuta a pagare. L’Rc-auto, infatti, non copre i danni alle cose (quindi ai veicoli) se lo scontro avviene tra auto intestate a soggetti legati a vincoli di parentela fino al terzo grado (ma la regola si applica solo se i parenti sono conviventi oppure a carico). Nel caso di lesioni fisiche tra familiari, invece, l’assicurazione è sempre tenuta a risarcire.
Casi particolari di incidente
Le assicurazioni auto possono ‘smarcarsi’ dal pagamento anche in alcuni casi particolari di incidente. In primis, nel caso di incidente con auto fantasma, cioè provocato da un’auto che fugge senza lasciare gli estremi della propria polizza. Se ciò accade, non è possibile presentare domanda di risarcimento alla propria assicurazione. Ma è comunque lecito chiedere di essere risarciti dal Fondo di Garanzia Vittime della Strada.
Il secondo caso particolare è quello delle auto senza assicurazione. Se avviene un incidente con un veicolo non assicurato, è inutile perdere tempo inoltrando la domanda di indennizzo alla propria compagnia. L’unico modo per farsi risarcire è presentare la domanda al Fondo di Garanzia Vittime della Strada.
Terza possibilità da considerare è l’incidente con tamponamento a carena. Se avviene un sinistro che coinvolge più auto nello stesso momento, non è possibile chiedere il risarcimento alla propria compagnia. Ogni conducente, quindi, dovrà presentare domanda all’assicurazione dell’auto che l’ha tamponato.
La guida senza cintura e lo stato di ebbrezza
Tutte le assicurazioni auto pretendo che i loro clienti mantengano una condotta prudente, finalizzata ad evitare la produzione di danni evitabili. Per questo, il risarcimento può essere negato o ridotto se al momento dell’incidente il conducente non indossava le cinture di sicurezza. Occorrerà quindi verificare, con perizie opportune, se il corretto utilizzo delle cinture avrebbe potuto evitare danni al conducente o ai passeggeri. Se il danno poteva essere evitato, la compagnia potrà negare il rimborso. Se invece l’utilizzo di cinture poteva solo limitare il danno, allo stesso modo sarà limitato il risarcimento.
L’assicurazione, inoltre, può rifiutarsi di risarcire il danno se il conducente era alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Oppure se ha causato l’incidente con dolo, cioè con la volontà esplicita di ottenere il risarcimento del danno.
Altri casi in cui l’assicurazione non paga
Esistono infine altri casi specifici in cui l’assicurazione non deve pagare. Ecco quali:
- Se il conducente dell’auto non ha la patente – o è minorenne e quindi non può guidare – l’assicurazione copre soltanto i danni prodotti a terzi, ma poi si rivale contro il proprio assicurato
- Quando il conducente non è abilitato alla guida del veicolo con cui ha causato l’incidente
- Quando l’incidente è stato causato da un’auto adibita a scuola guida, condotta dall’allievo, se la persona al suo fianco non è abilitata ai sensi della legge in vigore
- Se il veicolo dato in prova è messo in circolazione fuori dai termini di legge
- Se il veicolo è dato a noleggio con un conducente senza licenza
- Inoltre se l’assicurato non presenta denuncia di sinistro entro tre giorni dall’incidente, l’assicurazione può negare il risarcimento nel caso in cui il ritardo sia stato effettuato per danneggiare la compagnia. Altrimenti, mancando la malafede, il risarcimento non può essere negato.