Indennità maternità: quali sono le agevolazioni e come richiederla? E’ il decreto legislativo n. 151 del 2001 a darci delucidazioni in merito.
E’ il testo sopracitato che ci indica che durante il congedo, la lavoratrice ha diritto a percepire una indennità, che va a sostituire l’ordinaria retribuzione.
Si distinguono due diverse tipologie di indennità di maternità: una a carico dell’INPS una non a carico dell’INPS
Vediamo insieme le differenziazioni tra queste due diverse categorie di indennità di maternità, e a chi spettano alternativamente.
Indennità maternità a carico dell’INPS
L’indennità di maternità a carico dell’INPS spetta alle lavoratrici:
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
- dipendenti del settore privato (operaie, impiegate, apprendiste, dirigenti, etc);
- autonome,
- iscritte alla Gestione Separata dell’INPS
- iscritte al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (59-bis del D.lgs n. 151/2001)
- alle madri la cui attività lavorativa sia cessata o sospesa, ma solo in alcuni casi.
Ora che conosciamo tutti i soggetti che possono fruire dell’indennità di maternità a carico dell’INPS, vediamo come inoltrare domanda di maternità all’INPS.
Inps domanda maternità
Per inoltrare domanda di maternità all’INPS e poter così fruire del congedo di maternità, occorre in primis presentare al proprio datore di lavoro un certificato medico che attesti lo stato di gravidanza nonché la data presunta del parto.
Fatto ciò, sarà possibile procedere con l’inoltro della domanda all’INPS, tramite una delle seguenti modalità:
- Online, usufruendo dei servizi telematici tramite SPID, CIE o CNS sul portale INPS;
- chiamando il Contact Center integrato al numero. 803164;
- rivolgendosi ai CAF e patronati.
Ma attenzione: la domanda deve essere inoltrata prima dell’inizio del congedo e comunque non oltre il periodo indennizzabile, pena la decadenza dal diritto di ottenere l’indennità.
Inoltre, entro 30 giorni dal parto, la lavoratrice/madre deve comunicare all’INPS l’avvenuta nascita del figlio e la relativa data, nonché le generalità del piccolo, sempre tramite una delle modalità indicate sopra.
Che documenti servono per la maternità?
Come la domanda, anche i documenti vanno inoltrati per via telematica. I documenti che servono per la presentazione della domanda sono:
- carta di identità della richiedente;
- codice fiscale della richiedente
- attestato di gravidanza e data del presunto parto, rilasciato dal medico curante
- ultima busta paga della lavoratrice.
Se si sceglie di avvalersi del congedo di maternità flessibile, lavorando ad es. fino all’ottavo mese di gravidanza, e ricevendo l’indennità fino al 4° mese dalla data del parto, è necessario però un attestato del medico del Servizio sanitario nazionale competente ( o con esso convenzionato) in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, dove viene attestato esplicitamente che non vi sono rischi per la gestante nel rimanere sul posto di lavoro fino all’ottavo mese di gravidanza.
Sono poi necessari i dati personali della lavoratrice quali:
- la residenza
- lo stato civile.
Indennità maternità: l’ammontare della retribuzione
Quanto all’ammontare della maternità a carico dell’INPS, esso è pari all’80% della retribuzione.
Tuttavia, per alcuni contratti è prevista la possibilità di disporre di una integrazione al 100%. In particolare, tale possibilità è prevista per:
- lavoratrici domestiche
- coltivatici dirette, colone, mezzadre
- imprenditrici agricole professionali, artigiane e commercianti,
- lavoratrici iscritte alla Gestione Separata.
Chi versa l’indennità di maternità?
Generalmente, l’indennità viene corrisposta in busta paga dal datore di lavoro, che la anticipa, e viene poi “rimborsato” dall’INPS. Vi sono però dei casi in cui è direttamente l’INPS a pagare.
Si tratta delle categorie di lavoratrici:
- stagionali, operaie agricole a tempo determinato,
- dello spettacolo a tempo determinato o a prestazione,
- domestiche;
- socialmente utili;
- cessate o sospese dall’attività lavorativa;
- cassintegrate;
- iscritte alla Gestione Separata;
- autonome (artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone o mezzadre, imprenditrici agricole professionali).
Indennità di maternità non a carico dell’INPS
Infine, vi sono alcuni casi in cui non spetta all’INPS versare l’indennità di maternità. Si tratta di tutti quei casi di lavoratrici:
- dipendenti delle amministrazione dello Stato, ad ordinamento autonomo, degli Enti Locali, degli Enti pubblici (il trattamento economico è a carico dell’amministrazione datrice di lavoro),
- libere professioniste che non sono iscritte alla gestione Separata;
- personale di mare e di volo.