In vista dell’estate molti saranno i contribuenti che integreranno il proprio reddito con gli affitti brevi.
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Negli ultimi anni questa tipologia di soluzione è in continua crescita da parte di italiani e stranieri per le vacanze estive.
Molti, al tempo stesso, sono i proprietari di case che scelgono di destinare la propria seconda abitazione ad uso affitti brevi.
In molte località turistiche l’eccesso di offerta di questo tipo di soluzioni sta creando non pochi problemi, spingendo in alto le quotazioni delle locazioni. Entro il 30 settembre si dovrà presentare la dichiarazione dei redditi: (qui) la guida completa per la compilazione del modello.
In quest’articolo copriamo se e come gli affitti brevi possono essere detraibili, riducendo le imposte da versare per il contribuente.
Affitti brevi: cosa sono?
Per molto tempo, gli affitti brevi non hanno avuto una disciplina normativa specifica di riferimento: ancora oggi, come anticipato, il dibattito sul punto è molto ampio.
Il decreto legislativo 50 del 2017, all’articolo 4, definisce questi come gli affitti di durata fino a 30 giorni.
Per questi è possibile, su opzione del contribuente, applicare la cedolare secca al 21%: non quella al 10, in quanto questa vige soltanto per i fitti a canone concordato.
Gli affitti brevi riguardano tutte le categorie catastali per uso residenziale e le relative pertinenze (dunque anche box, garage etc.), ma non gli uffici privati. Gli affitti brevi non sono soggetti all’obbligo di registrazione. Questo è un ulteriore vantaggio per chi sceglie questa tipologia di investimento.
Affitto 730: cosa dice la legge?
Secondo la circolare 24e del 2017 (Agenzia delle Entrate) l’intero importo degli affitti brevi è soggetto a tassazione.
Il contribuente può scegliere di adottare la cedolare secca al 21% oppure l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche).
Imponibili sono sia i canoni di locazione che i rimborsi di spese inerenti eventualmente addebitati, ma solo se forfettariamente, al cliente in rivalsa (come, ad esempio, quelle per le pulizie o la biancheria). Se, invece, queste spese sono documentate analiticamente non concorreranno a formare il reddito imponibile.
Affitto 730: quelli brevi si possono detrarre?
Eccoci, dunque, giunti ad un punto cardine della nostra analisi, una domanda che si pongono tantissimi contribuenti. Risulta possibile detrarre gli affitti brevi?
La risposta è no: se fruisco di una locazione breve, in linea generale, non posso detrarre le spese che ho sostenuto per fittarla.
Le detrazioni che possono spettare sul fronte degli affitti, in via ovviamente alternativa l’una rispetto all’altra, sono: quella per gli inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale, oppure per i giovani tra i 20 e i 31 anni, o, ancora, per chi è studente universitario fuori sede.
Qui tutte le spese detraibili dal 730.
Affitto 730: i vantaggi per i proprietari
Per chi è proprietario, invece, la situazione cambia radicalmente in meglio. Le locazioni brevi rappresentano, senz’altro, un investimento particolarmente redditizio.
Si possono detrarre costi inerenti quali quelli per le utenze, per la lavanderia, per la pulizia dei locali.
Le detrazioni non sono valide se si opta per la cedolare secca al 21%, proprio come accade nella scelta del regime forfettario che esclude la possibilità di detrarre costi.
Per usufruire della cedolare secca si possono destinare alla locazione breve di non più di quattro appartamenti per ciascun periodo d’imposta.
Al di fuori di questo limite, l’attività di locazione breve, da chiunque esercitata, si presume svolta in forma imprenditoriale ai sensi dell’articolo 2082 del codice civile, con conseguente obbligo di apertura della Partita Iva nel caso in cui si superi questo limite.
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