Il mondo degli influencer è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, soprattutto in periodo Covid, trasformandosi di conseguenza in una professione a tempo pieno. Attraverso l’uso attivo e creativo dei social media, infatti, questi nuovi professionisti riescono a influenzare le scelte del pubblico, diventando preziosi ambasciatori per le aziende che li ingaggiano. E così, con strategie di marketing diversificate e il supporto dei nomi più blasonati del web, le aziende aumentano le vendite dei loro prodotti e la consapevolezza dei loro brand. Tuttavia, come ogni lavoro, anche quello degli influencer comporta delle responsabilità fiscali.
Scopriamo con Bonus e pagamenti come viene tassato il reddito degli influencer in Italia, quali sono le categorie fiscali rilevanti e quali obblighi devono essere rispettati per evitare sanzioni.
Chi sono gli influencer?
Gli influencer sono tutti quei professionisti della comunicazione che esprimono il loro parere o producono contenuti per i social, rivolgendosi direttamente alla loro community. Essi sono blogger, videomaker, fotografi, content creators, Youtuber, ma anche professionisti come modelle, chef, avvocati e sportivi. La caratteristica comune, come già detto, è l’uso attivo dei social media per generare contenuti di qualità e interagire con i propri follower, influenzandone le decisioni di acquisto o di pensiero
Come viene classificato il reddito degli influencer?
Gli influencer possono generare reddito attraverso diverse attività, come la pubblicazione di post sponsorizzati, la partecipazione a eventi, la vendita di prodotti propri o in affiliazione, e molto altro. La classificazione fiscale di questo reddito può variare in base alla natura dell’attività svolta e al tipo di accordo stipulato con i brand o le aziende.
In linea di massima, il reddito degli influencer può essere classificato in tre categorie principali.
Reddito di lavoro autonomo
Nella maggior parte dei casi, il reddito degli influencer viene considerato come reddito di lavoro autonomo. Questo accade quando il professionista svolge la propria attività in modo indipendente, senza vincoli di subordinazione rispetto ai committenti. Rientrando in questa categoria, occorre aprire una partita IVA per poter emettere fatture per le prestazioni svolte.
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Obblighi fiscali per i lavoratori autonomi
- Apertura della partita IVA: è il primo passo per chi decide di intraprendere questa attività in modo professionale, con la scelta del codice ateco afferente alle proprie attività.
- Iscrizione alla Gestione Separata INPS: con l’apertura della partita iva, il passo successivo è l’iscrizione alla gestione previdenziale per versare i contributi pensionistici.
- Emissione delle fatture: per ogni collaborazione o servizio offerto, il professionista deve emettere una fattura elettronica.
- Dichiarazione dei redditi: bisogna presentare la dichiarazione dei redditi annuale (Modello Redditi Persone Fisiche) e pagare le relative imposte (IRPEF, IVA e contributi INPS).
Reddito di lavoro dipendente
In alcuni casi, il reddito degli influencer può essere considerato reddito di lavoro dipendente. Questo scenario si verifica quando il compenso comprende sia la prestazione artistica che la concessione del diritto di immagine sotto la direzione di un datore di lavoro.
Reddito diverso
Il reddito degli influencer può anche rientrare nella categoria dei redditi diversi, soprattutto quando l’attività non viene svolta con continuità e professionalità, ma piuttosto in maniera occasionale. In questo caso, non è necessario aprire una partita IVA, ma è comunque obbligatorio dichiarare i compensi ricevuti nella dichiarazione dei redditi.
Tassazione dei Redditi degli Influencer
La tassazione dei redditi dipende dalla categoria reddituale in cui rientrano i compensi:
- Redditi di Lavoro Dipendente: sono soggetti alle stesse regole fiscali dei redditi da lavoro subordinato, con ritenute alla fonte e contributi previdenziali.
- Redditi di Lavoro Autonomo: con una fatturazione di meno di 85.000 euro l’anno si accede al regime forfettario, che prevede un’aliquota agevolata del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività) sul reddito imponibile, calcolato applicando un coefficiente di redditività (78% per le attività professionali) al fatturato.
- Redditi Diversi: questi redditi sono soggetti alle aliquote progressive dell’IRPEF, ma senza la possibilità di dedurre le spese.
Come evitare sanzioni fiscali?
Per evitare sanzioni fiscali, bisogna seguire alcune semplici regole:
- Regolarizzare la propria posizione fiscale: aprire la partita IVA se necessario e iscriversi alla Gestione Separata INPS.
- Tenere una contabilità ordinata: conservare tutte le ricevute, le fatture e i documenti relativi alle entrate e alle uscite.
- Presentare la dichiarazione dei redditi: compilare correttamente la dichiarazione dei redditi e versare le imposte dovute nei termini stabiliti.
- Richiedere il supporto di un commercialista: affidarsi a un professionista per la gestione fiscale per evitare errori e a ottimizzare il carico fiscale.
FAQ sui redditi degli influencer
Gli influencer devono pagare le tasse sui regali ricevuti?
Sì, i regali ricevuti dagli influencer come parte delle collaborazioni con i brand possono essere considerati compensi in natura e sono soggetti a tassazione.
Come vengono tassati i redditi da lavoro autonomo?
I redditi da lavoro autonomo degli influencer sono soggetti alle aliquote progressive dell’IRPEF, con la possibilità di dedurre le spese sostenute per l’attività lavorativa.
Quali documenti fiscali devono conservare gli influencer?
Tutte le ricevute, fatture e documenti relativi alle entrate e alle spese per poterli presentare in caso di controllo fiscale.
È obbligatorio avere una partita IVA per gli influencer?
Dipende dal volume di attività. Se l’attività è continuativa e supera determinate soglie di reddito, è obbligatorio aprire una partita IVA.
Cosa succede se un influencer non dichiara i propri redditi?
Il mancato pagamento delle imposte può comportare sanzioni, interessi e ulteriori azioni legali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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