ISEE e stato di famiglia: quali sono gli errori che – se commessi nell’Indicazione della Situazione Economica Equivalente – possono togliere la possibilità di accedere a bonus e agevolazioni? Un errore sull’ISEE corrente può costare caro! Ecco gli errori più frequenti con lo stato di famiglia e come evitarli!
ISEE e stato di famiglia, come riconoscere gli errori
Chi sceglie di presentare l’ISEE precompilato può commettere degli errori quando viene richiesto lo stato di famiglia. Infatti, sbagliare alcuni passaggi comporta il rischio di perdere agevolazioni sulla casa, o peggio, rischiare di pagare sanzioni fino a 25.822 euro in caso di errore.
Una dichiarazione sbagliata può comportare anche conseguenze penali fino a 3 anni e la sospensione di bonus già attivi, come l’assegno di inclusione. Se è un professionista abilitato o un CAF a sbagliare, allora l’interessato che riceve la comunicazione dell’errore da parte degli enti preposti può procedere con una diffida e richiedere il risarcimento del danno.
Ricordiamo che in caso di errore è possibile procedere con una correzione presentando il modello integrativo FC3 compilato entro 15 giorni dalla presentazione dell’ISEE. Gli errori più comuni sono:
- non inserire un figlio maggiorenne che ha ancora la residenza nell’abitazione di famiglia. In questo caso esistono due soluzioni:
- inserire i redditi del figlio maggiorenne nell’ISEE;
- far cambiare la residenza al figlio, se ha già cambiato casa;
- usare lo stesso documento per più residenze anagrafiche. Questo caso avviene quando più famiglie – parenti tra loro – abitano in un unico palazzo diviso in più appartamenti e dove ogni famiglia ha la sua abitazione. L’errore comune è di presentare un solo stato di famiglia per un unico ISEE. La procedura corretta da seguire è che ogni famiglia presenti la propria documentazione, inserendo come residenza solo l’appartamento dove abita e dove ha la residenza;
- presentare un documento non valido. L’interessato può rivolgersi ai CAF per l’ISEE presentando uno stato di famiglia scaduto, oppure non aggiornato alla situazione attuale. È bene richiedere un nuovo stato di famiglia all’Anagrafe per procedere con la richiesta di ISEE per evitare questo errore. In alternativa, si può procedere con l’iter per l’attestazione precompilata.
Chi fa parte del nucleo familiare
Lo stato di famiglia è un documento che attesta quali sono le persone che convivono all’interno di un appartamento e il legame che c’è tra di loro. Il legame può essere:
- matrimonio:
- coniugi;
- uniti civilmente;
- parentela:
- nonni conviventi;
- figli:
- adottati;
- affidati;
- naturali;
- eventuali altri parenti a carico diversamente abili e non (fratelli, cugini, zii, ecc.);
- conviventi o persone con legami affettivi:
- non sposati;
- con la stessa residenza;
- negli altri casi in cui ci possono essere nuclei familiari di conviventi anche senza legami di parentela, come quattro studenti che abitano insieme per frequentare le lezioni.
Lo stato di famiglia valido è quello rilasciato dal Comune di residenza, che attesta tutti i componenti del nucleo familiare con:
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- eventuale legame di parentela;
- codice fiscale;
- data di nascita.
Nucleo familiare, casi particolari e come orientarsi
Ci sono alcuni casi dove diventa difficile capire chi inserire e chi no nello stato di famiglia. Questo può avvenire se:
- due coniugi hanno residenze diverse. In questo caso vale la residenza principale ed entrambi appartengono alla stessa famiglia, a meno che non ci sia una separazione o un divorzio;
- se due famiglie vivono nello stesso appartamento la documentazione è unica;
- in caso di due fratelli dove uno vive a casa dell’altro (sposato con moglie e figli), allora il primo fratello rientra nello stato dell’altro, anche se non è a carico.
In caso di dubbi, l’interessato può chiedere informazioni a CAF e professionisti abilitati per evitare errori e ritrovarsi a dover procedere con una seconda dichiarazione correttiva pur di non perdere il bonus. Ulteriori indicazioni sui nuclei familiari e i casi particolari relativi allo stato di famiglia sono inserite nella brochure dell’Inps dedicata a questo tema.
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