Lavori notturni, quali sono quelli che danno diritto alla pensione anticipata? Lavorare di notte rientra tra i lavori usuranti, perché la normativa vigente riconosce maggiore fatica in un turno notturno a un orario dove il lavoratore dovrebbe dormire. Quali sono questi lavori e come si può accedere alla pensione anticipata?
Che lavori si possono fare la sera
Di per sé avere un orario notturno al lavoro non è destabilizzante, ma comunque porta il lavoratore a cambiare le sue abitudini e a lungo andare può avere delle conseguenze. Quali sono le ore di lavoro notturno? I lavori notturni si svolgono dalle ore 24 alle ore 5 del mattino successivo.
Così il legislatore non fa una lista dei lavori notturni, ma li identifica in base a un orario. Non è detto che il turno di lavoro debba essere di questa fascia oraria. È sufficiente che parte del turno di lavoro sia nell’orario stabilito per norma. Chi lavora dalle 22 alle 2 ha comunque il diritto al riconoscimento del lavoro notturno nelle due ore tra le 24 e le 2.
Proprio in virtù del disagio sostenuto dal lavoratore, la legge riconosce al lavoro notturno una retribuzione maggiore. Gli importi dipendono dal contratto nazionale per la mansione svolta. Il quadro normativo di riferimento è il decreto legge n. 66/2003. Non tutti possono accedere ai lavori notturni, perché questi prevedono il possesso di requisiti specifici. Analizziamo nel dettaglio quali sono.
I requisiti per accedere ai lavori notturni
Il requisito principale per i lavori notturni è essere in condizioni di salute psicofisiche tali da consentire il corretto svolgimento del lavoro stesso. Il datore di lavoro deve verificare ogni 2 anni che il lavoratore sia nella possibilità di portare a termine il lavoro senza problemi, anche in caso di turno notturno. Poi ci sono alcune categorie che non possono lavorare di notte. Parliamo di:
- donne in gravidanza;
- minori di 18 anni;
- madre con figli minori di 3 anni (o padre in assenza della madre);
- genitore unico affidatario con figlio fino a 12 anni;
- lavoratore con a carico una persona che ha diritto ai benefici della Legge n.104.
Il datore di lavoro che non rispetta queste direttive può essere soggetto a controlli da parte delle autorità competenti, che ne dispongono eventuali sanzioni in base alle irregolarità riscontrate. I lavori notturni danno diritto alla pensione anticipata? Sì, ma da soli non bastano. Ecco quali sono gli altri elementi necessari per accedere alla pensione anticipata.
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Quali sono i requisiti per ottenere la pensione anticipata
I lavoratori notturni che vogliono accedere alla pensione anticipata possono fare riferimento al decreto legislativo n. 67/2011, che consente a chi ha prestato servizio con un lavoro notturno di andare in pensione se:
- il lavoratore opera per almeno 6 ore notturne al giorno per almeno 64 giorni lavorativi;
- il lavoratore opera per almeno 3 ore notturne al giorno per un anno lavorativo.
Oltre a questo, ci sono due fattori importanti da considerare:
- l’età. In generale chi fa un lavoro usurante dovrebbe andare in pensione anticipata a 61 anni e 7 mesi. L’età può essere diversa in base ai contributi versati;
- i contributi versati. Il minimo di contributi versati per accedere alla pensione è di 35 anni, per ottenere un totale di 97,6 come somma tra età anagrafica e anni di contributi.
Chi fa lavori notturni, ma non ha ancora versato tutti i contributi nonostante l’età anagrafica, può anche decidere di pagare in un’unica soluzione i contributi che mancano per poter maturare la pensione anticipata.
Prima di prendere una decisione del genere, è importante chiedere informazioni a un Patronato o a un CAF e farsi bene i conti su quanto si avrà diritto come pensione, perché andare prima di qualche anno potrebbe comportare un importo più basso rispetto a quanto si otterrebbe andando in pensione di vecchiaia a 67 anni.