Medici e infermieri, delusione dalla Manovra
La premier Giorgia Meloni aveva promesso “stanziamenti record” per la sanità. Ma la realtà della nuova Legge di Bilancio, ora all’esame della Camera dei Deputati, è ben diversa. Per il 2025, infatti, i soldi freschi stanziati dal Governo sono pochi: appena 1,3 miliardi in più rispetto al 2024. Per questo i sindacati di categoria hanno già annunciato uno sciopero nazionale per il 20 di novembre. E a protestare a gran voce sono anche le opposizioni.
“Così si calpesta la sanità pubblica”, sostiene la segretaria del PD Elly Schlein, “non è un caso che i dottori abbiano confermato lo sciopero nazionale. Con 1,3 miliardi non si raggiunge nemmeno la metà dei fondi necessari per tagliare le liste d’attesa e assumere nuovo personale sanitario. Scompare il piano straordinario per le nuove assunzioni”. Insomma, quella contenuta nella nuova Manovra “è una batosta clamorosa per il servizio sanitario nazionale”.
Inoltre, va sottolineato che nonostante i soldi stanziati per la sanità siano di più, rispetto agli anni passati, si tratta per la maggior parte di fondi che servono a tener dietro all’aumento dei prezzi. Quindi a fare le stesse cose, il cui costo però è aumentato per effetto dell’inflazione. Se si guarda infatti al rapporto tra spesa sanitaria e Pil, con la prossima Manovra il dato si avvicinerà ai livelli minimi degli ultimi 20 anni. Non esattamente un record di cui andare fieri.
L’incremento insufficiente degli stipendi
Fra i punti più criticati della Manovra, c’è anche l’incremento insufficiente delle retribuzioni a medici e infermieri. Per gli aumenti di stipendio del personale sanitario il Governo ha stanziato 150 milioni di euro per il 2025, e quasi 1 miliardo dal 2026 in poi. Ma per i sindacati queste non sono cifre sufficienti: si tratta solo di “fumo negli occhi”. Le sigle, per dimostrarlo, hanno fatto un paio di conti.
Si prevede per il 2025 un aumento dell’indennità di specificità medica di 17 euro netti per i medici e 14 euro per i dirigenti sanitari, che nel 2026 diventeranno 115 euro (per i medici) e zero euro per i dirigenti. Mentre per gli infermieri arriverebbero soltanto 7 euro in più nel 2025 e circa 80 euro l’anno successivo. Ma non è tutto.
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Come spiegano infatti i sindacati di medici e infermieri, “si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Insomma in sostanza briciole che offendono l’intera categoria”.
Il rinvio delle nuove assunzioni
Slitta inoltre il piano di assunzioni in ambito sanitario annunciato dal Governo. Dall’entourage del ministro della Salute, Orazion Schillaci, fanno sapere a questo proposito che “le assunzioni rientrano nel piano di investimenti biennale”. Tradotto: queste assunzioni verranno effettuate soltanto nel 2026, decisamente troppo tardi per i medici e gli infermieri italiani.
“Il testo della manovra purtroppo conferma i nostri timori”, aggiunge Schlein con rammarico, “il governo Meloni ha deciso di dare un altro colpo al Servizio sanitario nazionale, riducendo il finanziamento rispetto agli annunci roboanti delle scorse settimane”. E i sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up vanno anche oltre, parlando di “smantellamento del sistema sanitario nazionale” e “lampante privatizzazione della sanità”. “L’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025”, spiegano le sigle, “ben distante dai 3,7 miliardi annunciati, non è sufficiente a ridare ossigeno a un Sistema sanitario nazionale boccheggiante…Non possiamo restare in silenzio dinanzi all’ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica”.
Chi resta in silenzio, invece, è il Governo. D’altronde, di fronte all’ennesimo sgambetto alla sanità pubblica, c’è davvero poco da aggiungere.