Tagli all’assegno unico da parte del Governo Meloni: così riporta Repubblica questa mattina. Il governo sarebbe al lavoro sui tagli per l’AUU. Il motivo? Costa troppo allo Stato.
Tagli all’assegno unico: cosa accadrà adesso?
L’AUU costa allo Stato oltre 20 miliardi di euro, e sono in 10 milioni di figli a beneficarne, per un totale di 6,6 milioni di famiglie.
L’AUU in Italia è già in crisi da tempo, specialmente in vista della procedura di infrazione europea per discriminazione nei confronti degli stranieri.
Ora si pensa anche a possibili tagli: l’idea sarebbe quella di eliminare l’assegno da 57 euro a figlio, (in sostanza quello con l’importo più basso e che si rivolge a famiglie meno in difficoltà) che finora è stato valido per chi non presenta l’Isee o per chi supera la soglia di 45mila euro annui. In questo modo, le risorse risparmiate verrebbero così destinate ad altro. Ma già è polemica.
Polemiche aspre a palazzo Chigi
La decisione ha già destato le prime perplessità, come quelle palesate da Adriano Bordignon, che intervistato da Repubblica ha affermato che l’assegno unico funziona, e un taglio sarebbe un’azione gravissima.
“È il primo strumento strutturale che il nostro Paese adotta nella sua storia, non va assolutamente abbandonato. Ricordo poi che nel 2021 fu votato da tutto l’arco parlamentare”.
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Addirittura, Bordignon sarebbe della tesi opposta ai tagli di Meloni: per lui sarebbe il caso di parificare quello per i figli maggiorenni, che ad oggi viene invece corrisposto in maniera dimezzata rispetto all’importo dei minorenni: “Noi proponiamo di dare l’assegno nella sua totalità anche ai figli tra 18 e 21 anni, perché oggi è dimezzato”.
Tagli per tutti: le critiche all’operato di Meloni
Il prossimo 30 agosto si terrà un vertice per discutere anche delle pensioni: già nell’aria la possibilità di rinvio delle uscite anticipate, comprese quelle di invalidi e non vedenti.
Una decisione che agita gli animi dell’opposizione già da ora: impedire ad invalidi e non vedenti di accedere alla pensione anticipata è una misura priva di rispetto, che non tiene conto del lavoratore e delle sue fragilità che rendono necessaria tante volte una uscita anticipata dal mondo lavorativo. Grande attesa quindi per il vertice di maggioranza del 30 agosto, dove verranno scandagliate le varie ipotesi.