Meno tasse per chi ha figli: questo è quello che ha in piano Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il cui programma è quello di utilizzare l’incentivo fiscale per aiutare la natalità.
Meno tasse per chi ha figli: le novità in arrivo in Bilancio
Il responsabile del Tesoro ha intenzione di arricchire la prossima sessione di bilancio con nuove proposte volte a ridurre il carico fiscale per le famiglie con due o più figli, prevedendo una spesa tra i 5 e i 6 miliardi di euro, interamente coperta da una rimodulazione delle agevolazioni fiscali esistenti, senza incrementare il deficit.
La proposta consisterebbe nel “quoziente familiare per le detrazioni”, si tratterebbe di sconti fiscali proporzionali basati sul numero di figli, indipendentemente dal reddito. Le aree di intervento sarebbero svariate: dagli aumenti pe le soglie di detrazione per la scuola, fino agli affitti universitari (detrazione del 19% fino a un massimo di 2.633 euro).
Ma sono solo: su tavolo anche detrazioni per spese per lo sport, abbonamenti e trasporti pubblici e molto altro. Tutti questi interventi andrebbero a ridurre la pressione fiscale.
Cosa è previsto per single e coppie senza figli?
C’è a capire però come questo andrà ad impattare su single e coppie senza figli. Graverà su di loro il peso fiscale? O il governo troverà un modo per bilanciare gli interessi di entrambe le parti?
Intanto, la soluzione da cui iniziare sarebbe quella di dare un netto taglio ai bonus generalizzati, in accordo con la premier Meloni: in questo momento, è necessario concentrare le risorse su misure che sostengano le fasce di reddito più deboli e incentivino le assunzioni da parte delle imprese
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Inoltre, anche il sostegno alle famiglie e alla natalità è un punto centrale per la maggioranza di governo, chiave fondamentale anche per il sistema pensionistico, attualmente in crisi nera.
La discussione il 17 settembre
Il ministero dell’Economia ha confermato che il Piano strutturale di bilancio sarà discusso dal governo nel Consiglio dei ministri di martedì 17 settembre, mentre il Parlamento lo esaminerà in seguito, solo nella prima settimana di ottobre, dopo la pubblicazione dei dati Istat sui conti economici nazionali 2023, prevista per il 23 settembre.
Sono dati che potrebbero influire sulla revisione delle stime del Pil, ecco perché il governo ha deciso di prendersi qualche giorno in più rispetto alla scadenza fissata dall’UE per il 20 settembre.