Cosa succede se non sottoscrivo il Patto di servizio ADI? Il patto di servizio personalizzato (PSP) è un passaggio fondamentale per la corretta erogazione dell’assegno di inclusione. Se non sottoscritto, comporta la sospensione e talvolta la decadenza della domanda.
Patto di servizio personalizzato: chi deve sottoscriverlo?
L’assegno di inclusione è destinato a famiglie al cui interno vi siano:
- minorenni;
- over 60;
- disabili;
- donne vittime di violenza;
- soggetti svantaggiati.
Ora, se queste categorie sono ritenute esonerate dalla sottoscrizione del PSP, è pur vero che vi sono alcuni casi in cui nel nucleo percettore vi siano persone che invece sono obbligate a sottoscriverlo. E’ proprio per questo che viene, in verità, fatta l’analisi multidimensionale del nucleo.
Tale analisi è infatti volta a constatare quali e quante persone nel nucleo siano attivabili al lavoro e quante no, così da capire chi deve sottoscrivere il PSP e chi il Pais.
Per esempio: gli esercenti la patria potestà sui minorenni del nucleo ADI. Se infatti un nucleo ADI è composto da genitori e figlio minorenne, il genitore che non ha il carico di cura del figlio minore è tenuto a firmare il Patto di servizio personalizzato, perché ritenuto occupabile.
Infatti, lo stesso Ministero ha chiarito come: “I componenti che in esito all’analisi preliminare risultano attivabili al lavoro, avranno 60 giorni per sottoscrivere il Patto di Servizio Personalizzato (PSP) con i Centri per l’Impiego. A questo fine, al termine dell’analisi preliminare e della definizione di attivabilità al lavoro, il componente attivabile, prima di recarsi al CPI, dovrà compilare il cv e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale Individuale sulla piattaforma SIISL. In caso di mancata presentazione ai CPI entro i 60 giorni per la firma del PSP, il beneficio viene sospeso”
Non sottoscrivere il PSP dunque porta alla sospensione del beneficio.
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PAIS e PSP: quali differenze?
Il Pais è il patto per l’inclusione sociale, il Patto di servizio personalizzato mira invece all’inclusione anche lavorativa. Il primo va firmato dai non occupabili, il secondo da chi invece è attivabile al lavoro.
In generale, i membri ritenuti non occupabili devono però comunque sottoscrivere il Pais. Fanno eccezione:
- donne vittime di violenza;
- over 65;
- persone con condizioni di svantaggio particolari, valutate dai servizi sociali;
- disabili
Queste persone posso scegliere se aderire a progetti di inclusione sociale o meno, su base volontaria, e non sono in alcun modo obbligati.
Sono invece obbligati a sottoscrivere il Pais coloro che hanno un figlio con più di 3 anni di età (o comunque meno di 3 figli minori), che non hanno carichi di cura verso disabili, e che non rientrano esplicitamente nelle categorie elencate sopra.
Quindi, ad esempio, una mamma con un bimbo di 6 mesi non sottoscrive né il Pais nè tantomeno il PSP.
Gli esonerati dal PAIS devono comunque, ogni 90 giorni, presentarsi ai servizi sociali per verificare la sussistenza delle circostanze che li esonerano.
Il patto di servizio personalizzato, invece, va sottoscritto obbligatoriamente da tutti i soggetti presenti nel nucleo ritenuti occupabili per i motivi poc’anzi detti.