Dal 15 maggio 2025 scatta un cambiamento nelle accise sui carburanti: il diesel subisce un leggero rincaro, mentre la benzina beneficia di un piccolo sconto. È quanto stabilito dal decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata del 14 maggio, firmato dai ministri dell’Ambiente, dell’Economia, delle Infrastrutture e dell’Agricoltura. Il provvedimento dà attuazione a uno dei decreti attuativi della riforma fiscale, in particolare quello dedicato alla revisione delle accise.
Nuove accise sui carburanti: come cambiano i prezzi?
Con effetto immediato, le accise sul gasolio aumentano di 1,5 centesimi al litro, mentre quelle sulla benzina vengono ridotte dello stesso importo. Il nuovo assetto fiscale fissa le aliquote a:
- 71,34 centesimi al litro per la benzina (prima erano 72,84)
- 63,24 centesimi al litro per il diesel (prima erano 61,74)
Il cambiamento è dovuto al piano di riallineamento graduale tra le due tipologie di carburante, da completare nel corso dei prossimi cinque anni. Lo scopo è chiaro: ridurre il divario di trattamento fiscale tra benzina e gasolio, privilegiando progressivamente il carburante meno inquinante.
Revisione delle accise: le motivazioni
La revisione delle accise si inserisce nel quadro della riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD), come previsto anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
L’obiettivo, entro il 2030, è tagliare almeno 3,5 miliardi di euro di sussidi dannosi per l’ambiente, e questo intervento rappresenta un primo passo concreto in quella direzione.
Nelle motivazioni del decreto si fa riferimento anche all’andamento dei prezzi dei carburanti nei due mesi precedenti: secondo fonti ufficiali, i prezzi medi sono calati del 3,75% per la benzina e del 3,87% per il diesel rispetto alla media del 2024. Questo ha consentito di applicare la massima variazione consentita per quest’anno, ovvero 1,5 centesimi al litro.
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Il nuovo impiego delle risorse
Secondo l’articolo 3 del decreto, le maggiori entrate derivanti dalla revisione delle accise verranno destinate al trasporto pubblico locale. In particolare, serviranno a finanziare il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto, attraverso un incremento del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del TPL.
Le stime potenziali parlano di circa 1,1 miliardi di euro, considerando 1,93 miliardi di maggiori introiti sul gasolio e 830 milioni di minori entrate sulla benzina. Da questo totale andranno però escluse alcune categorie di esenzione, come il gasolio agricolo e i biocarburanti.
Un nuovo orientamento politico e ambientale
L’intervento non si limita a un semplice spostamento di aliquote, ma vuole essere un segnale politico e ambientale. Le intenzioni del fisco energetico sono quelle di andare sempre più verso una logica “green”, disincentivando l’uso dei carburanti più inquinanti e favorendo una graduale riconversione anche nei consumi quotidiani.