Percettori RdC e servizi sociali, si discute da lungo tempo di questa spinosa questione: come avviene la presa in carico? Chi viene preso in carico da tali servizi?
Dopo smentite e conferme, arriva invece la comunicazione ufficiale: la presa in carico avviene previa verifica dei presupposti.
Guarda qui il video e scopri l’approfondimento.
Percettori RdC e servizi sociali: la conferma ufficiale
Come sappiamo, nel 2023 i percettori RdC occupabili riceveranno solo 7 ricariche, dopo di che la loro domanda verrà “sospesa” in attesa che INPS controlli se sono o meno da affidare ai servizi sociali.
Pertanto, se prima si era detto che la chiamata dei Servizi sociali sarebbe stata automatica sulla base dei controlli incrociati INPS, ora si fa invece dietrofront: i nuclei composti da persone tra i 18 ed i 59 anni, non disabili e privi di minorenni, verranno presi in carico dai servizi sociali “solo in caso di documentata situazione di fragilità documentata”.
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A questo punto, coloro in possesso della documentazione attestante la loro fragilità, potranno richiedere appuntamento presso la sede Servizi sociali più vicina. Qualora la situazione risulti tale da necessitare l’intervento dei servizi sociali, il soggetto verrà preso in carico da quest’ultimi, venendo registrato, se già non lo è, sulla piattaforma Ge.P.I. Coloro che vengono presi in carico dai Servizi sociali, hanno diritto al Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023.
Infatti, così recita la nota divulgata da INPS: “i nuclei familiari non attivabili al lavoro e presi in carico entro il 31 ottobre da parte dei servizi sociali potranno continuare a usufruire del Reddito di cittadinanza, senza il limite delle 7 mensilità non oltre il 31 dicembre 2023”
Se, invece, l’analisi ha un esito differente, e si viene inviati presso i Centro per l’impiego, a quel punto sarà invece necessario sottoscrivere un Patto per il Lavoro, che come tutti sappiamo è il presupposto per percepire il Supporto per la formazione e il lavoro, disponibile dal 1 settembre 2023.
Ricordiamo, inoltre, che i percettori di RdC nel cui nucleo familiare sia presente un over 60, un minore o un disabile, percepiranno anch’essi RdC fino al 31 dicembre 2023.
Inoltre, se siete già stati chiamati dai Centri per l’Impiego, INPS specifica anche che non vi è ragione alcuna per recarsi ai controlli presso i servizi sociali: “Pertanto l’ipotesi della presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali”.
Infatti, nel caso in cui INPS non ritenga necessario rinviarvi ai Servizi Sociali, opterà direttamente per l’indirizzamento ai Centri per l’Impiego.
Presa in carico dai servizi sociali: esiti dei controlli ed esempi
Facciamo ora degli esempi pratici per capire cosa potrebbe accadere.
Esempio 1: mi è stato sospeso RdC perché ho fruito delle 7 mensilità. Non ho ricevuto nessuna chiamata dai Centri per l’Impiego. A questo punto, se ritengo di dover essere affidato ai Servizi sociali, posso chiedere un appuntamento affinché la mia situazione venga verificata. Se risulterò idoneo, percepirò RdC fino al 31 dicembre 2023, e verrò affidato a un programma di inclusione, firmando il Patto d’inclusione.
Esempio 2: : mi è stato sospeso RdC perché ho fruito delle 7 mensilità. Non ho ricevuto nessuna chiamata dai Centri per l’Impiego. Mi reco ai servizi sociali, ma il responso, invece, è negativo: devo essere affidato ai centri per l’impiego. In questo caso, non percepirò più RdC, ma da settembre potrò contare sul Supporto per la formazione.
Esempio 3: mi è stato sospeso RdC dopo aver fruito delle 7 mensilità e sono stato chiamato dai Centri per l’Impiego. In questo caso non devo rivolgermi ai Servizi sociali, poiché come ha già ribadito INPS: “l’ipotesi della presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali”.