I permessi docenti usufruibili in Italia possono essere fino a 9 giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari, secondo il CCNL scuola 2006/2009. Quest’ultimo prevede 3 giorni iniziali e ulteriori 6 giorni convertibili da ferie. Tuttavia, molti dirigenti scolastici rifiutano la concessione dei 6 giorni aggiuntivi, sostenendo erroneamente che siano stati abrogati dalla legge di bilancio 2013.
La legge di bilancio 2013 abroga i permessi docenti retribuiti?
No, la legge di bilancio 2013 (legge 228/2012, art. 1, comma 54) non abroga il diritto dei docenti a godere dei 6 giorni di permessi retribuiti. L’errore di interpretazione commesso da alcuni dirigenti scolastici nasce dalla confusione tra il calcolo delle ferie dei docenti e dei permessi retribuiti per motivi familiari o personali e i 6 giorni di ferie previsti dall’art. 13 del CCNL scuola.
Cosa dice la giurisprudenza sui permessi docenti?
Diversi tribunali hanno confermato la validità dell’art. 15, comma 2 del CCNL scuola 2006/2009, chiarendo che i docenti hanno diritto a convertire fino a 6 giorni di ferie in permessi retribuiti. Tra le sentenze più rilevanti c’è quella del Tribunale di Cuneo (sentenza n. 15 del 28 gennaio 2020), che ha annullato le sanzioni disciplinari inflitte a due docenti per aver fruito di giorni di permesso nonostante il rifiuto del dirigente.
Nel caso di due docenti di Cuneo, il dirigente scolastico aveva negato il permesso per due giorni, utilizzando un’interpretazione errata della legge di bilancio 2013. I docenti, pur senza l’approvazione del dirigente, hanno comunque fruito dei giorni per partecipare alla laurea del figlio. Successivamente, sono stati soggetti a un procedimento disciplinare, poi annullato dal Giudice del lavoro di Cuneo.
I contratti collettivi successivi (CCNL 2016-2018 e 2019-2021) confermano in modo inequivocabile la validità dell’art. 15, comma 2 del CCNL scuola 2006/2009. Quindi, i dirigenti scolastici non hanno il potere di negare i 6 giorni di permessi retribuiti, né possono richiedere che i docenti trovino un sostituto per fruire di tali permessi.
Cosa deve fare un docente se il dirigente nega i permessi retribuiti?
Se un dirigente scolastico nega l’accesso ai 6 giorni di permessi docenti retribuiti, il docente ha il diritto di contestare la decisione. La giurisprudenza italiana è chiara: il diritto ai permessi retribuiti per motivi personali o familiari è garantito, e le sentenze recenti hanno sempre dato ragione ai docenti. I permessi non sono soggetti alla discrezionalità del dirigente, ma devono essere concessi su semplice richiesta.
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Anche il SIDI, il sistema informatico del Ministero dell’Istruzione, riconosce ai docenti di ruolo la possibilità di convertire i 6 giorni di ferie in permessi retribuiti. Il codice PE03 viene utilizzato proprio per indicare questa opzione, confermando ulteriormente la piena legittimità della richiesta dei docenti.
Alla luce delle normative e delle sentenze giudiziarie, i docenti hanno pieno diritto di fruire fino a 9 giorni di permesso retribuito per motivi familiari o personali. In caso di rifiuto da parte del dirigente scolastico, è consigliabile intraprendere azioni legali per vedere riconosciuto il proprio diritto.
Sei un docente e hai avuto problemi nel richiedere un permesso? Raccontaci la tua storia con un commento.