Chi percepisce l’Assegno di Inclusione (ADI) tramite Postepay può trovarsi in una situazione difficile se viene avviata una procedura di pignoramento del conto. In molti casi, infatti, i beneficiari si chiedono: è legale pignorare la carta su cui ricevo il contributo? E cosa posso fare per tutelarmi?
Pignoramento Postepay con ADI
L’Assegno di Inclusione è un sussidio assistenziale, e come tale è impignorabile per legge, in base all’art. 545 del Codice di Procedura Civile. Lo stesso principio valeva per il Reddito di Cittadinanza e si applica anche ai nuovi strumenti di sostegno.
Questo significa che nessun creditore può legalmente bloccare le somme accreditate come ADI, perché si tratta di un aiuto destinato al sostentamento minimo del nucleo familiare.
Quando scatta il pignoramento della Postepay?
Il problema nasce nel momento in cui il beneficiario usa la stessa carta per altri accrediti, ad esempio:
- bonifici da altri soggetti,
- rimborsi,
- pagamenti privati,
- giacenze non spese per mesi.
In questi casi, la Postepay può contenere fondi “misti”, e il creditore può chiedere il pignoramento della carta, anche se su di essa arriva anche l’ADI. Poste Italiane, non potendo distinguere automaticamente l’origine delle somme, può congelare l’intero saldo.
Cosa fare in caso di pignoramento Postepay
Se ricevi una notifica di pignoramento sulla Postepay dove arriva l’ADI, ti consigliamo di:
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- rivolgerti subito a un avvocato o a un patronato/CAF che offre assistenza legale gratuita;
- presentare ricorso al giudice, dimostrando che le somme pignorate provengono esclusivamente dall’Assegno di Inclusione;
- richiedere il dissequestro dei fondi in quanto assistenziali