L’Assegno di Inclusione (ADI) è uno degli sostegni principali per le famiglie, ma quando si tratta di spese concrete, molti beneficiari si trovano nel dubbio: posso usare la Carta ADI per pagare anche lavori in casa? Gli infissi, per esempio, possono essere pagati con carta ADI?
Come sappiamo, la normativa lascia molte aree grigie, sulle quali non è detto espressamente se siano (o non siano) acquistabili determinati beni.
Pagare infissi con ADI: sì o no?
La normativa non vieta espressamente alcune spese, lasciando ampio margine di interpretazione: anche gli infissi sono in quel margine.
La Carta ADI può essere utilizzata per acquistare beni e servizi di prima necessità e tra le spese vietate rientrano
- Giochi d’azzardo e lotterie;
- Sigarette e tabacco;
- Gioielli e articoli di lusso;
- Armi, materiale pornografico, articoli per adulti.
- Auto e imbarcazioni
- Beni di lusso
Tutto ciò che non compare nell’elenco dei divieti, però, tecnicamente, è come sappiamo ammesso.
Questo vuol dire che il sistema non blocca automaticamente spese come:
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
- infissi e serramenti;
- piccole ristrutturazioni;
- estetista, parrucchiere;
- abbigliamento firmato;
- tutto quello che non rientra tra i beni vietati
- elettrodomestici di fascia base (se venduti da esercenti “neutri”).
Infissi con la Carta ADI: si può?
Stando così le cose, quindi, è possibile acquistare infissi con ADI? La risposta è affermativa. L’acquisto degli infissi, ad esempio presso un rivenditore che accetta il circuito Mastercard, non rientra tra le spese vietate.
Di conseguenza, se rientra nelle esigenze abitative del nucleo familiare (es. dispersione termica, vetri rotti, finestre danneggiate), può essere considerata una spesa giustificabile.
Attenzione ai controlli: l’aerea grigia non significa che tutto è concesso
Tuttavia, ricordiamo che le transazioni con la Carta ADI sono tracciabili, e in caso di controlli da parte di INPS o dei Servizi Sociali, è sempre bene:
- conservare fatture e scontrini: servono in caso di controlli;
- evitare pagamenti troppo elevati in un’unica transazione (specialmente se si tratta di beni superflui).
Facciamo un esempio pratico: una fruitrice ADI decide di usare la carta per trattamenti ai capelli, numerosi e costosi, presso un parrucchiere. Se da un lato è vero che il parrucchiere non rientra tra i divieti, è altrettanto vero che in caso di controllo eventuale da parte di INPS, la fruitrice potrebbe andare incontro a (ipotetiche) conseguenze, dal momento che ha usato la carta non per la cura o l’igiene personale presso un parrucchiere, ma più per trattamenti di bellezza.
Quindi, consigliamo di agire all’interno “dell’area grigia” sempre con criterio e con lucidità, tenendo sempre conto del fatto che si tratta di un sussidio nato con lo scopo di aiutare le persone in difficoltà.