Prescrizione contributi INPS non versati, cos’è
La prescrizione dei contributi Inps non versati è un termine legale che, quando è trascorso, libera i contribuenti dall’obbligo di versare contributi Inps non corrisposti in precedenza. Si tratta di un meccanismo che vorrebbe essere virtuoso, cioè con il fine di definire un limite temporale per il recupero di tutti i contributi non versati. Tuttavia, nella realtà dei fatti, la prescrizione dei contributi non versati può avere conseguenze negative su lavoratori e aziende.
Difatti l’estinzione di un obbligo di versamento può significare, talvolta, una riduzione dell’accantonamento contributivo complessivo su cui verrà calcolata la futura pensione. In pratica si rischia di ricevere pensioni meno sostanziose, in futuro. Ma è comunque possibile attrezzarsi per evitare la prescrizione dei contributi non versati o affrontarla nel migliore dei modi qualora dovesse verificarsi. Ricorrendo (se necessario) anche a vie legali.
Come gestire la prescrizione dei contributi
La gestione della prescrizione Inps è un passo fondamentale per poter tutelare i propri contributi previdenziali accumulati nel tempo. Per fare ciò conviene:
- Calcolare e valutare periodicamente, con precisione, lo stato dei versamenti contributivi effettuati all’Inps, così da monitorare possibili azioni che potrebbero interrompere i termini di prescrizione e avere influenze negative sulla validità dei contributi versati
- Controllare eventuali azioni di interruzione, che potrebbero in teoria influenzare i termini di prescrizione, in modo tale da salvaguardare la validità dei contributi versati
- Contattare consulenti specializzati nel settore previdenziale, per avere una corretta interpretazione delle norme legali vigenti, così da adottare le azioni più efficaci (se necessario
Impugnare le prescrizioni contributi INPS
Nel caso non si riesca a prevenire o evitare la prescrizione dei contributi Inps non versati, è comunque possibile contestare tale prescrizione seguendo un iter definito. Ecco come:
- Bisogna presentare un ricorso amministrativo all’Inps
- Se il ricorso ha esito negativo, con mancata revoca/modifica delle cartelle esattoriali, è possibile ricorrere in sede commissionale
- Se anche questa opzione non funziona, si può sempre impugnare giurisdizionalmente, attivando le necessarie vie legali
Riferimento fondamentale per un eventuale iter di contestazione è la sentenza 6268/18 della Corte di Giustizia Tributaria di Roma, che sottolinea la necessità di interpretare correttamente le disposizioni circa le obbligazioni contributive non tributarie durante l’impugnazione. È inoltre fondamentale conoscere personalmente (anche per sommi capi) le principali leggi che regolano la prescrizione dei contributi Inps non versati. In questo modo si avrà una preparazione di base che potrà tornare utile in sede legale.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Possibili azioni dell’INPS
Anche l’Inps può ricorrere ad azioni per la tutela dei propri interessi, volte a interrompere il termine di prescrizione dei contributi non versati. Sono azioni che determinano l’effettiva scadenza dell’obbligo di contribuzione, “resettando” il conteggio dei 5 anni previsti e allungando quindi il periodo entro cui l’Inps può chiedere il pagamento dei contributi non versati.
Ecco quali sono, in sintesi, le possibili azioni interruttive dell’Inps:
- Avvisi bonari. Sono comunicazioni inviate al contribuente, per richiedere il pagamento dei contributi non versati entro e non oltre una certa data. Gli avvisi bonari interrompono la prescrizione e fanno ripartire il conteggio dei 5 anni previsti
- Cartelle esattoriali. Sono un atto di messa in mora con cui l’Istituto chiede il pagamento immediato dei contributi non versati, pena l’avvio di procedure di riscossione coattiva. Anche le cartelle esattoriali interrompono la prescrizione
- Riscossione coattiva. Nel caso il contribuente non provveda al pagamento immediato degli arretrati, sollecitato dalla cartella esattoriale, l’Inps può mettere in moto le procedure di riscossione forzata, ad esempio con fermo amministrativo oppure pignoramento. Tali azioni coattive interrompono ulteriormente la prescrizione
A ogni nuova azione interruttiva intrapresa dall’Inps, il termine di prescrizione ricomincia a decorrere ex novo. Quindi il contribuente potrebbe dover far fronte a richieste di pagamento di contributi parecchio arretrati, con conseguenze economiche spiacevoli. È perciò importante tutelarsi, valutando con attenzione la legittimità delle azioni intraprese dall’Inps. Così da ricorrere a vie legali nel caso vengano riscontrate anomalie.
La tutela dei diritti previdenziali
Come anticipato, l’eventuale prescrizione dei contributi Inps può rivelarsi deleteria per la pensione futura del lavoratore. Se infatti non si recuperano gli omessi contributi, si rischia una riduzione dell’accantonamento contributivo complessivo, su cui verrà poi calcolata la pensione. In sostanza, al momento del pensionamento l’assegno previdenziale potrebbe risultare più basso di quanto spetterebbe normalmente.
Allora conviene monitorare costantemente, con attenzione, la propria situazione contributiva Inps. Se serve, è possibile anche rivolgersi a consulenti pensionistici esperti, vale a dire professionisti ben qualificati in materia di previdenza e diritto del lavoro. Questi possono analizzare con cura la posizione contributiva, calcolare le possibili conseguenze di una prescrizione e infine suggerire le strategie migliori da adottare.