Sale l’inflazione e salgono i prezzi. Il circolo vizioso di inizio 2025 condanna gli italiani a pagare bollette più alte, della luce e del gas. E a ruota si impennano anche i prezzi degli alimenti, a causa dei maggiori costi di produzione e trasporto. Secondo le prime stime, l’aggravio medio di spesa sarà pari a 493 euro all’anno per una famiglia tipo, mentre i nuclei con due figli potrebbero spendere fino a 671 euro in più. Per questo le associazioni dei consumatori chiedono al Governo di intervenire con misure urgenti anti-inflazione. Ma al momento non c’è alcuna risposta. Vediamo i dettagli qui sotto.
Prezzi in aumento e caro-energia, cosa succede
Tornano a salire a inizio anno le bollette della luce e del gas. Colpa dell’inflazione, che a gennaio 2025 ha toccato quota 1,5%, causando un aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati del 27,8% su base annua, mentre i beni non regolamentati hanno fatto segnare un +12,7% in un solo mese. A evidenziarlo sono i dati diffusi da Assoutenti e Codacons, che adesso allarmano gli addetti ai lavori e scatenano il timore di ulteriori impennate dei prezzi nei prossimi mesi.A peggiorare le cose, poi, si aggiunge l’impatto che l’aumento dei prezzi dell’energia sta avendo sulla spesa degli italiani. I rincari di luce e gas si ripercuotono infatti sui costi di produzione, trasporto e distribuzione delle aziende, da quelle che producono generi alimentari alle imprese specializzate in beni di consumo o materiali da costruzione. In poche parole, le aziende italiane devono sostenere spese maggiori per l’elettricità e il gas necessari a far funzionare impianti e macchinari, e questo si riflette a cascata sui prezzi finali. Ciò significa che prodotti comuni come pane, pasta, latte e simili, finiscono per costare molto di più nei supermercati. E anche i prezzi all’interno di ristoranti e negozi crescono di conseguenza, per compensare le spese extra in gas e luce.
Rincari fino a 671 euro per le famiglie
Il peso maggiore di questi rialzi ricade come al solito sulle famiglie. Secondo un’analisi del Codacons, i prezzi di alimentari e bevande analcoliche sono aumentati del 2,3% su base annua. Impennata che ha portato a un aggravio medio di spesa pari a 493 euro all’anno, se si considera una famiglia tipo. Ma per i nuclei con due figli l’impatto sale fino a 671 euro complessivi. Sono aumenti notevoli e preoccupanti, come sottolineano gli esperti. Innanzitutto perché mettono sotto pressione i consumatori, già colpiti duramente dall’inflazione e dalla perdita di potere d’acquisto. In secondo luogo, è evidente che l’erosione della capacità di spesa rischia di deprimere i consumi, con conseguenze terribili per tutta l’economia italiana.
Le responsabilità del Governo
Alla luce di questi aumenti, quello che chiedono le associazioni dei consumatori è un intervento urgente e decisivo da parte del Governo. Assoutenti sottolinea l’importanza di adottare strumenti concreti – e farlo il prima possibile – che possano limitare la crescita delle tariffe di gas e luce, ma siano anche in grado di contrastare efficacemente le speculazioni in atto sui mercati. Anche il Codacons si unisce all’appello, invitando l’esecutivo Meloni a monitorare con più rigore i prezzi al dettaglio, dato che un aumento incontrollato potrebbe dare luogo a una spirale inflazionistica difficile da arrestare.
Al momento il Governo non fornisce risposte, ma non intervenire è forse la scelta più sbagliata di tutte. I prossimi mesi potrebbero rivelarsi critici, per le famiglie italiane già in difficoltà. L’andamento dei mercati energetici internazionali, combinato a un probabile incremento della domanda di gas, potrebbe continuare a esercitare pressioni difficilmente sostenibili sui prezzi. E allora sarebbe troppo tardi per evitare danni seri all’economia del Paese. La speranza, quindi, è che qualcuno ai piani alti metta in moto una risposta adeguata.
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