Il Consiglio dei Ministri ha dato il via alla privatizzazione Poste Italiane, ovvero ha confermato la vendita di una quota di minoranza dell’azienda. In questo modo sarà possibile mantenere il controllo pubblico ma avviare anche il piano di dismissioni pubbliche.
La privatizzazione Poste Italiane non è però una storia del tutto nuova. La prima volta che una parte dell’azienda è stata venduta al settore privato è stata nell’ottobre del 2015. In quell’occasione, il Ministero del Tesoro ha messo sul mercato 461 milioni di azioni, corrispondenti al 35,3% del capitale totale, vendendole a investitori istituzionali, dipendenti e piccoli risparmiatori. Ma quindi chi ha privatizzato Poste Italiane? Cosa sta succedendo all’azienda nel 2024? Quali sono i cambiamenti?
Chi controlla le Poste Italiane?
Le Poste Italiane sono una società per azioni di proprietà dello Stato italiano. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è l’azionista di riferimento e detiene la maggioranza delle azioni della società.
La partecipazione statale in Poste Italiane è gestita attraverso il Dipartimento del Tesoro. Pertanto, il controllo effettivo delle Poste Italiane è esercitato dal governo italiano tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Attualmente l’azienda di Poste Italiane è controllata dai seguenti azionisti:
- Il 35% delle azioni è di proprietà della Cassa depositi e prestiti.
- Il Ministero dell’Economia possiede il 29,26%, quindi quasi il 65% è detenuto dallo Stato.
- Il 23,08% è in mano a investitori istituzionali come fondi comuni di investimento, fondi pensione e imprese di assicurazione.
- L’11,85% appartiene a investitori individuali.
- Un piccolo 0,82% è costituito da azioni proprie detenute dalla stessa società, ovvero Poste Italiane.
Da quando le Poste italiane sono private?
Quest’anno il governo ha deciso di vendere una parte delle azioni che possiede nelle Poste Italiane, come parte di un piano per ottenere circa 20 miliardi di euro. Questi soldi saranno utilizzati per ridurre il debito del paese e finanziare altre misure importanti, come la riforma fiscale e le pensioni.
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Il Consiglio dei Ministri ha esaminato questo piano, che prevede la vendita di una parte delle azioni detenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in Poste Italiane. La vendita sarà fatta in modo da mantenere un certo controllo pubblico sulla società.
Attualmente, il Ministero dell’Economia e delle Finanze possiede il 29,6% delle azioni di Poste Italiane, e un altro 35% è di proprietà della Cassa depositi e prestiti. Il governo potrebbe mettere in vendita una parte del 13%, ma intende comunque mantenere un controllo significativo sulla società che gestisce i servizi postali. L’obiettivo è anche proteggere gli azionisti e garantire la stabilità della proprietà dell’azienda.
Perché lo Stato vuole avviare la privatizzazione Poste Italiane?
La ragione è semplice: cercare risorse finanziarie da utilizzare nel Bilancio dello Stato. Nonostante l’azienda sia finanziariamente stabile, con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro, il governo intende vendere parte delle azioni per ottenere fondi. Poste Italiane conta circa 120.000 dipendenti, gestisce 12.800 uffici postali, ha 580 miliardi di euro di Attività Finanziarie Investite e serve 35 milioni di clienti.