Recruiting e AI: l’adozione dell’intelligenza artificiale nei processi di assunzione sta rivoluzionando il modo in cui le aziende selezionano e assumono nuove figure professionali. Grazie a strumenti avanzati di machine learning e analisi dei dati, infatti, le aziende possono esaminare in pochi secondi i tanti curriculum inviati agli HR, riducendo drasticamente i tempi di selezione. Tuttavia, questa automazione porta con sé un distacco profondo nei rapporti umani, oltre che a curriculum generati con AI gonfiati e che non riflettono la realtà del candidato.
L’allarme arriva direttamente sia dal Financial Times che dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, che hanno rilevato che almeno un terzo delle aziende si rifaccia alle intelligenze artificiali in fase di candidatura di nuovi professionisti.
Recruiting e AI, automatizzazione nello screening CV
Come detto, l’IA viene largamente impiegata nella fase di screening iniziale dei curriculum vitae, filtrando automaticamente i candidati in base a parole chiave, esperienza e qualifiche rilevanti. Questa tecnologia può identificare rapidamente i profili più adatti, liberando i responsabili delle risorse umane da compiti ripetitivi e migliorandone l’efficienza. Oltre a questo, chatbot e assistenti virtuali possono gestire le prime fasi del colloquio, ponendo domande standardizzate e raccogliendo informazioni preliminari. Secondo i dati estrapolato dall’Osservatorio, circa il 32% delle aziende agisce in tale maniera per agevolare i processi di assunzione.
Tuttavia, tale automazione non è priva di rischi: gli algoritmi possono introdurre dei modelli altamente selettivi, escludendo potenziali candidati per ragioni non legate alle competenze, come il genere o l’età, riflettendo pregiudizi presenti nei dati su cui l’IA è stata addestrata.
Il fenomeno dei curriculum gonfiati
Con l’espansione dell’IA, è emersa anche una tendenza molto preoccupante: sempre più candidati utilizzano software basati su IA per “gonfiare” i propri curriculum. Strumenti come generatori di testi e piattaforme di editing automatizzato aiutano a migliorare artificialmente il biglietto da visita del candidato in base alla posizione scelta, enfatizzando abilità o esperienze che potrebbero non corrispondere a realtà. Ciò creerebbe un panorama competitivo in cui le aziende devono stare all’erta per identificare informazioni potenzialmente false o esagerate.
La trasparenza e il rischio discriminazione
L’uso crescente dell’IA nelle assunzioni solleva interrogativi su trasparenza e l’equità. Se da un lato gli algoritmi possono accelerare i processi, dall’altro manca spesso una chiara comprensione di come questi sistemi prendano decisioni. La mancanza di trasparenza può comportare una riduzione della fiducia nei processi di selezione e richiede l’adozione di linee guida e regolamenti che garantiscano equità e non discriminazione.
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Nuove competenze e riqualificazione
Un altro aspetto critico è l’impatto dell’IA sulle competenze richieste nel mercato del lavoro. Con la crescente automazione, le aziende cercano sempre più candidati con competenze digitali e tecnologiche. Allo stesso tempo, molti lavoratori devono affrontare il bisogno di riqualificazione per rimanere competitivi in un ambiente in rapida evoluzione. Il 24% degli intervistati dall’ateneo si dice sostituibile dalle intelligenze artificiali nel proprio lavoro, con il risvolto di una crescente preoccupazione riguardo la propria situazione economica. L’unico porto sicuro è quello di aggiornarsi sui lavori del futuro e crearsi la propria nicchia di indispensabilità per le aziende.
Disinformazione e utilizzo errato delle AI
L’IA continuerà a giocare un ruolo cruciale nell’evoluzione delle assunzioni, con previsioni di un ulteriore aumento dell’automazione nei prossimi anni. Tuttavia, il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità delle aziende di bilanciare l’adozione tecnologica con l’attenzione alle dinamiche umane, assicurando processi equi e inclusivi. Limitare la disinformazione sulle intelligenze artificiali, poi, è fondamentale, sottolineando quanto siano utili come mezzi per semplificare le proprie mansioni non essendo sostituti dell’empatia ed emotività umana nel proprio lavoro. Oltre che la mancanza di controllo potrebbe dare il via libera a errori e inesattezze che partono da dati errati elaborati dagli algoritmi.
Regolamentazione UE sulle intelligenze artificiali
In Europa, il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale nel processo di assunzione ha attirato l’attenzione dei regolatori. La Commissione Europea sta lavorando, infatti, a un quadro normativo specifico per l’IA, che prevede un maggiore controllo sull’uso di algoritmi in ambiti sensibili come il reclutamento. L’obiettivo della regolamentazione è garantire che le tecnologie basate sull’IA siano trasparenti, non discriminatorie e conformi ai diritti fondamentali. Inoltre, il nuovo “AI Act” conterrà regole specifiche nel vietare l’uso delle AI che riconoscono le emozioni in ambiti sensibili, come quello scolastico o lavorativo.