Reddito alimentare 2023: cosa è e a chi spetta? Si tratta di una iniziativa del Governo volta ad aiutare le classi meno abbienti e contemporaneamente ad evitare gli sprechi.
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Con il reddito alimentare i prodotti invenduti vengono confezionati in pacchi che vengono distribuiti ai chi versa in povertà. La nuova misura voluta dalle legge di Bilancio 2023 e appena approvata, sarà valida per 3 anni.
Reddito alimentare 2023: abbasso lo spreco!
Troppe volte le merci invendute e prossime alla scadenza finiscono per essere buttate. Con il reddito alimentare non sarà più così: la merce invenduta verrà devoluta ai più poveri.
I pacchi alimentari verranno consegnati agli esercizi commerciali che aderiscono alla sperimentazione. Gli obiettivi del Reddito alimentare, come abbiamo detto, sono due:
- aiutare i meno abbienti, lottando contro la povertà assoluta
- evitare gli sprechi.
Soggetti fragili, pensionati e disabili riceveranno i pacchi direttamente a casa.
Il Decreto sul Reddito alimentare
E’ stata la Legge di Bilancio 2023 che ha introdotto il reddito alimentare, con il decreto n. 78 di maggio 2023.
Le risorse finanziare destinate ai poveri sono state pari a 1,5 milioni di euro nel 2023 e saranno 2 milioni annui dal 2024.
Reddito alimentare e carta dedicata a te: differenze
Pur essendo entrambe due misure volte ad aiutare i nuclei più poveri nella spesa per beni di prima necessità, il Reddito alimentare se ne distingue perché quest’ultimo è riservato a coloro che vivono in povertà assoluta. Per povertà assoluta si intende chi versa in una “condizione tale da non potersi permettere nessuna spesa minima per arrivare a vivere in modo quanto meno accettabile”.
Si tratta si casi estremi e che si differenziano invece dai casi di quei nuclei familiari che, pur non vivendo in povertà assoluta, hanno diritto a sussidi e bonus per l’acquisto di beni e servizi (come la Carta dedicata a te).
La Carta Dedicata a te, che ormai è stata già distribuita dai Comuni e che va attivata, effettuando almeno una prima spesa, entro il 15 settembre, è riservata invece ai nuclei familiari con ISEE fino a 15mila euro (condizione diversa, dunque, dal vivere in “povertà assoluta”).
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