Reddito energetico, esaurito al Sud in 24 ore
Capitolo reddito energetico. Nel giro di 24 ore sono andati esauriti gli 80 milioni di euro destinati al Mezzogiorno, pensati per la realizzazione di impianti fotovoltaici per unità immobiliari di famiglie in difficoltà. Un record, che però è accolto con modalità divergenti dal Governo, da una parte e dal resto del Paese. Infatti Gilberto Pichetto, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, annuncia con soddisfazione: “I numeri registrati nella prima giornata e che confermano la giusta direzione intrapresa: contrastare concretamente la povertà energetica e incrementare al contempo i benefici ambientali. In appena 24 ore dall’apertura dello sportello telematico del Gse, la gran parte delle risorse per il Reddito energetico nazionale è andata esaurita”.
Eppure restano molti dubbi. Intanto mancano ancora 6 mesi alla fine dell’anno e i soldi per gli interventi energetici non ci sono già più. Poi, facendo due calcoli semplici, al centro-nord restano soltanto 15-20 milioni di fondi da spendere nelle stesse modalità. Un po’ poco, è evidente. E inoltre il sito del GSE, Gestore servizi energetici, è stato preso d’assalto da una marea di richiedenti. Questo significa che in tantissimi rimarranno a mani vuote, perché le graduatorie per accedere al reddito energetico sono fin troppo stringenti e i posti pochi.
Insomma, visto dalla giusta prospettiva sembra l’ennesimo pasticcio. L’agevolazione era stata annunciata l’anno scorso, disciplinata appositamente dal decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica 8 agosto 2023 (pubblicato poi a novembre). Il 27 maggio 2024 sono state finalmente approvate le linee guida che definiscono i requisiti delle famiglie che possono beneficiare del reddito energetico. Cioè di un impianto fotovoltaico gratuito. Ma vista la velocità con cui sono andati esauriti i fondi, è ovvio che la platea potenziale di bisognosi è molto più ampia di quanto previsto.
Reddito energetico, le condizioni per ottenerlo
Al Sud le richieste per il reddito energetico sono arrivate a valanga, dunque. Verranno accolte, ed espletate, secondo l’ordine cronologico di presentazione. Ammesso che le richieste rispettino i criteri stabiliti dal Governo. In sintesi, l’agevolazione energetica per la realizzazione di impianti fotovoltaici spetta a tutte le famiglie in condizioni di disagio, però con determinati requisiti di ISEE. Ovvero:
- Nuclei familiari con un valore ISEE inferiore a 15.000 euro
- Famiglie con un valore ISEE inferiore a 30.000 euro e con almeno quattro figli a carico
Inoltre:
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- Sono ammessi soltanto gli interventi di installazione di impianti fotovoltaici realizzati in assetto di autoconsumo, e collegati a utenze di consumo che siano intestate al beneficiario oppure a un altro membro del nucleo
- Il nucleo familiare in questione deve avere la residenza anagrafica nell’unità immobiliare in cui è realizzato l’intervento. E una parte dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico deve per forza essere auto-consumata.
I difetti di una misura e i possibili scenari
Riassumendo. Il Reddito energetico è finito ancora prima di iniziare. Quantomeno al Sud, dove i potenziali 80 milioni da spendere in impianti fotovoltaici sono già (teoricamente) assegnati. Mentre per il centro-nord sono previste risorse molto minori, tanto che non stupirebbe un esaurimento record anche in questo caso. Ma quindi è giustificata la soddisfazione espressa dal Ministro Gilberto Pichetto? Davvero la direzione intrapresa dal Governo è quella giusta?
Insomma. A noi pare che siano giuste le intenzioni, tutt’al più. Ma come spesso accade, il momento della verità ci dice altro. Le misure messe in campo dal Governo sono, a conti fatti, insufficienti. Una goccia nel mare, per usare una metafora facile. Certo, qualcuno potrà dire che meglio aiutare anche poche famiglie, pochi nuclei bisognosi, rispetto all’opzione tragica di non aiutare nessuno. Però con 80 milioni che vanno esauriti in un giorno, il rischio è quello di creare un cortocircuito di insoddisfazione negli italiani. Alcuni sono aiutati, e ci sta. Ma la maggioranza resta a bocca asciutta.
Ora mancano quasi 6 mesi alla fine del 2024. Sappiamo che nel 2025 arriverà un’altra tornata identica sul reddito energetico: 80 milioni al Sud, il resto al Nord. Ma è facile scommettere su un “remake” di quanto appena successo. E non ci si può neanche aspettare molto di più. I conti del Governo sono stretti, si va verso l’austerity. Soldi in più non ce ne sono. Oppure, se ci sono, vengono usati per progetti mirabolanti. Tipo ponti sugli stretti. O altre fantasie simili.