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Rendite catastali, cosa cambia per chi ha usato il Superbonus

Il ministro Giancarlo Giorgetti ha proposto in Parlamento una revisione delle rendite catastali per chi ha usufruito del Superbonus. Ecco di cosa si tratta.

di Tommaso Pietrangelo
12 Ottobre 2024
in Economia e Finanza
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Tra le riforme (possibili) inserite nel Piano strutturale di bilancio, ce n’è una che sta già dividendo la maggioranza. Si tratta dell’ipotesi di rivedere le rendite catastali per chi ha riqualificato la propria casa con l’aiuto del Superbonus (e altri bonus edilizi vari). In sostanza, significa che i proprietari di seconde e terze case che hanno usufruito dei bonus dovranno versare una quota di Imu più alta ai comuni. O in caso di compravendite, saranno obbligati a versare imposte di registro e Iva più alte. Ma quello del catasto è da sempre un tema-tabù per tutto il centrodestra, e non è detto che a Giorgetti – che ha ipotizzato la misura in fase di presentazione del Psb – sarà permesso di portare avanti questa riforma. Vediamo tutti i dettagli qui sotto.

Sommario

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  • Rendite catastali e superbonus, cosa cambia
  • Come funzionano oggi le rendite catastali
  • Cosa potrebbe accadere

Rendite catastali e superbonus, cosa cambia

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato in Parlamento il Piano strutturale di bilancio. E a suscitare stupore, anche tra i banchi della maggioranza, è stata un’ipotesi di riforma che riguarderebbe le rendite catastali. Andrebbero obbligatoriamente riviste, quindi aumentate, per chi ha fatto lavori in casa con l’aiuto dei bonus edilizi (quindi con fondi forniti dallo Stato). In realtà, le norme per questo tipo di operazione esistono già e sono in vigore dalla scorsa Manovra, ma è probabile che adesso saranno estesi i controlli in caso di Superbonus anche su tutti gli altri immobili riqualificati.

E mentre dall’opposizione c’è chi lancia già l’allarme, parlando di notizia “dirompente”, Giorgetti prova a smorzare i toni e puntualizza: “Non si tratta di fare l’aggiornamento a valori di mercato che la Commissione ci ha chiesto, si tratta soprattutto di precisare una norma della scorsa legge di bilancio secondo la quale chi fa ristrutturazioni edilizie è tenuto ad aggiornare i dati catastali. Andremo a verificare che l’abbia fatto”.

Come funzionano oggi le rendite catastali

Le rendite catastali sono la ‘fotografia’ del valore di mercato di un immobile. Servono quindi come base di riferimento per il pagamento dell’Imu e per gli atti di compravendita tra privati, e dovrebbero essere aggiornate ogniqualvolta vi siano interventi edilizi che comportano un aumento del valore dell’immobile. Ad oggi, se una rendita catastale non viene aggiornata esistono sanzioni apposite da applicare, ma di fatto non vi sono controlli, dato che non è previsto un incrocio dei dati tra chi ha ristrutturato grazie ai bonus e chi invece non lo ha fatto.

Con la Legge di Bilancio 2024 (in vigore dallo scorso 1° gennaio) è stata tuttavia introdotta una (ipotetica) stretta sui controlli, e in sostanza si prevede che l’Agenzia delle entrate debba obbligatoriamente verificare che sia stata presentata la revisione della rendita dopo i lavori legati al Superbonus. Tale verifica dovrebbe essere condotta sulla base di specifiche liste selettive elaborate dalla stessa Agenzia. Ma quindi, dopo le parole di Giorgetti in Parlamento, che cosa cambierà esattamente?

Cosa potrebbe accadere

Per capire cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi, è utile fare riferimento allo stesso Piano di bilancio strutturale. Il Psb ha l’obiettivo dichiarato di “rendere pubblico, accessibile e integrato con il catasto l’archivio Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica”, ovvero gli Ape, i documenti che attestano la classe energetica di un immobile. L’unione delle due banche dati, quindi, quelle di Ape e catasto, dovrebbe permettere di individuare irregolarità nelle rendite catastali post-Superbonus.


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In concreto, questo significa che i proprietari di seconde o terze case che hanno usufruito dei bonus edilizi non potranno più sfuggire ai controlli. Dovranno per forza versare una quota di Imu più sostanziosa, e in caso di compravendite, saranno obbligati a versare imposte di registro e Iva più alte. Insomma, se questa stretta sui controlli verrà confermata – e non è detto, visti i malumori all’interno della maggioranza – si tradurrà nei fatti in tasse più alte da pagare per i cittadini italiani. Secondo le stime di Nomisma (società di consulenza indipendente) si parla di un aumento annuo dell’Imu di 290 euro circa, che moltiplicato per il numero degli immobili interessati significherebbe un aumento del gettito Imu per lo Stato di circa 126 milioni di euro. Non tantissimo, in realtà. Ma abbastanza per scontentare più di un italiano.

Tags: governorendite catastalisuperbonus
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