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Ritardo Bonus Mamme, l’indignazione della CGIL

Il Bonus mamme 2025 resta in sospeso per la mancanza di un decreto attuativo. Protesta la Cgil, che chiede un'immediata implementazione della misura.

di Tommaso Pietrangelo
8 Marzo 2025
in Bonus
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Il nuovo “bonus mamme”, approvato in Manovra dal Governo Meloni, semplicemente non c’è. Manca infatti il decreto attuativo – e siamo già a marzo – che permetta a miglia di lavoratrici italiane di godere della misura secondo le modalità, gli importi e le procedure definite in Legge di Bilancio. Protesta con forza la Cgil, che considera inaccettabile (a buon diritto) la mancanza di spiegazioni a riguardo. E dire che per il 2025, il bonus mamme era stato esteso anche a lavoratrici autonome e a tempo determinato. Ma in questo momento, quello introdotto dall’esecutivo di destra è più che altro un bonus ‘fantasma’. Vediamo qui sotto tutti i dettagli.

Sommario

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  • Bonus mamme 2025, ritardi e proteste
  • Le criticità relative al Bonus mamme 2025
  • Cosa resta da fare sul Bonus mamme

Bonus mamme 2025, ritardi e proteste

Leggi anche  Bonus mamme, pioggia di ricorsi e polemiche
A denunciare la situazione sul bonus mamme è la Cgil. “A due mesi dell’entrata in vigore della legge di bilancio”, dice la segretaria confederale Daniela Barbaresi, “il Governo non ha ancora adottato il decreto necessario a definire importi, modalità attuative e procedure per il riconoscimento del nuovo ‘Bonus Mamme’, impedendo a tante lavoratrici di beneficiarne. È un ritardo inaccettabile”.

Inaccettabile e inspiegabile, da parte di un esecutivo che ha fatto dell’agevolazione alla natalità uno dei suoi cavalli di battaglia. Eppure “con la legge di bilancio 2025, da quest’anno”, continua la segretaria Cgil, “alle lavoratrici dipendenti, escluse le lavoratrici domestiche, e a quelle autonome, madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo, e dal 2027 alle lavoratrici madri di tre o più figli fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, è riconosciuto un parziale esonero contributivo. A condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40 mila euro annui. L’esecutivo avrebbe dovuto emanare entro gennaio il decreto attuativo, cosa di cui non c’è ancora alcuna traccia”.

Le criticità relative al Bonus mamme 2025

E non è tutto. Perché se anche il decreto attuativo fosse arrivato, rimarrebbero parecchie criticità a proposito del nuovo bonus mamme 2025. A partire dalla “scelta dello strumento della decontribuzione”, come ricorda ancora Daniela Barbaresi, “che rischia di indebolire ulteriormente il sistema previdenziale, e dalla grave e perdurante esclusione delle lavoratrici domestiche, quindi proprio quelle a più basso reddito e che hanno più bisogno d certezze e stabilità economica e lavorativa necessaria per decidere con serenità un percorso di vita e genitorialità”.

In più, resta inspiegabile l’esclusione dal bonus delle madri con un solo figlio. Perché, si chiede Barbaresi “un solo figlio non dà diritto al beneficio se davvero si vuole sostenere la natalità?”. E ancora, “si tratta di una misura tarata sulle madri, come se avere e occuparsi dei figli fosse sempre e unicamente una questione di donne, permanendo il mancato superamento di una visione, arcaica e patriarcale, che ha esclusiva attenzione per la maternità ma non agevola la genitorialità”.

Cosa resta da fare sul Bonus mamme

A questo punto, sarebbe necessaria quantomeno una risposta sui tempi di emanazione del decreto attuativo. E a seguire un’implementazione, al più presto, della misura promessa a migliaia di madri lavoratrici in Italia. “È assolutamente necessaria l’emanazione del decreto attuativo”, conclude a questo proposito la segretaria confederale Cgil, “e la conseguente corresponsione degli arretrati alle lavoratrici con due figli, alle lavoratrici autonome e a quelle a tempo determinato, così come occorre estendere il ‘Bonus Mamme’ anche alle lavoratrici domestiche e superare le criticità di tale misura, che riconosce vantaggi maggiori ai redditi più elevati”.


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Una volta ottenute certezze (o una parvenza di certezze) sarebbe anche utile ragionare sull’estensione del bonus alle madri con un solo figlio, così come alle lavoratrici domestiche attualmente escluse dal beneficio. Questo, ovviamente, se il Governo vuole tenere fede ai suoi proclami sulla volontà di incentivare la natalità. Perché al momento, a essere incentivata è soltanto l’indignazione delle cittadine e dei cittadini di questo Paese.

Tags: 2025bonus mammecgil
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