Il Sismabonus 2024 è un aiuto finanziario che si rivolge alle persone che vivono in zone a elevato rischio sismico e che da un eventuale terremoto potrebbero subire dei danni alle loro abitazioni o alle loro attività commerciali.
L’Italia è un Paese a elevato rischio sismico, e negli anni ne abbiamo tristemente avuto la riprova, essendo noi stessi stati spettatori di eventi oltremodo devastanti e catastrofici (si pensi al drammatico terremoto de L’Aquila il 6 aprile 2009).
Ricominciare (molte volte) da zero è un evento doloroso e traumatico, ed è proprio per la consapevolezza di tale eventualità che il Governo ha pensato al Sismabonus, il quale si promette di proteggere queste persone e arginare il disagio che potrebbero dover affrontare.
Vi sono però delle condizioni che è necessario soddisfare per ottenerlo, vediamo quali.
Sismabonus 2024: le detrazioni
Il sismabonus 2023 permette di ottenere una detrazione fiscale in caso di lavori di messa in sicurezza della propria abitazione. La detrazione va dal 50% all’85% in caso di Sismabonus, dal 90% al 110% in caso di Supersismabonus.
Super sismabonus: fino al 110%
Per i soli edifici a prevalenza residenziale, l’aliquota da portar in detrazione è stata maggiorata al 110% .
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Per i condomini, il Supersismabonus è fissato al 90% fino al 31 dicembre 2023. Passiamo ora al sismabonus “base”.
Sismabonus 2024: le altre aliquote
Chi non ricade invece nelle aliquote sopra elencate, può ancora fruire delle detrazioni per le spese effettuate per la messa in sicurezza e la riduzione del rischio sismico nella propria abitazione. Esistono infatti altre agevolazioni che oscillano tra il 70% ed l’85%.
Nello specifico, si tratta agevolazioni al:
- 70 % per chi riduce una classe di rischio sismico il certificato di rischio del proprio immobile;
- 80 % nel caso di chi riduce di due classi di rischio sismico il certificato sismico del proprio immobile.
Quanto ai condomini, poi l’aliquota è del:
- 75 % se sono lavori effettuati su parti condominiali con riduzione di una classe di rischio sismico;
- 85 % nel caso di lavori, sempre su parti condominiali, la cui riduzione è di due classi di rischio
Le classi di rischio sismico sono in tutto 8: A+, A, B, C, D, E, F, e G e gli edifici dell’ultima classe sono quelli a rischio massimo.
Non possono fruire della detrazione le unità immobiliari facenti parte della categoria catastale A/1, A/8 e A/9, e cioè: le abitazioni in ville, le abitazioni di tipo signorile, i palazzi, i castelli di pregio storico e artistico.
Il limite massimo di spesa detraibile è fissato in 96mila euro e viene restituita in 5 anni.
Beneficiari sismabonus
I soggetti beneficiari del sismabonus sono:
- proprietari o nudi proprietari;
- titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
- locatari in affitto o comodatari;
- soci di cooperative divise e indivise;
- imprenditori individuali per gli immobili adibiti ad attività produttive;
- soggetti indicati nell’articolo 5 del TUIR, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari);
- il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);
- il coniuge separato, purché assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
- il componente dell’unione civile
- il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi, né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.
Sismabonus: spese detraibili
Le spese da poter potare in detrazione, sono, ovviamente, tutte quelle riguardanti la messa in sicurezza contro eventi sismici, tra cui rientrano anche:
- gli onorari dei professionisti che intervengono a dare una classificazione dell’immobile (architetti, geometri, etc)
- la manodopera dell’impresa edile
- la fornitura dei beni (acquisti del cemento, dei mattoni, in generale tutti i materiali edili acquistati)
- i diritti di segreteria quali bolli e altri oneri
Sismabonus: come funziona
Tecnicamente, il sismabonus, essendo una detrazione, non va “richiesto”. In parole povere, non esiste la possibilità di presentazione di una vera e propria domanda. Semplicemente, il beneficiario anticipa le spese per poi chiederne il rimborso, sottoforma di detrazione fiscale, in sede di dichiarazione dei redditi.
Per tali ragioni, tutti i pagamenti vanno effettuati in modo tracciabile, così da poter fornire la prova delle avvenute spese.
Sismabonus: salvi sconto in fattura e cessione del credito
Vi sono poi altri due metodi tramite cui ottenere il Sismabonus, parliamo della cessione del credito e dello sconto in fattura, al centro di una diatriba cui solo recentemente è stata messa la parola fine.
Per effetto delle modifiche apportate al dl 11/2023, lo sconto in fattura e la cessione del credito sono fatti salvi a condizione che il costruttore abbia richiesto il titolo abilitativo, per la realizzazione dell’intervento di demolizione e ricostruzione, entro il 16 febbraio 2023.
Nel caso dello sconto in fattura, è l’impresa stessa ad applicare uno sconto, sconto di cui verrà rimborsata successivamente.
Quanto alla cessione dei crediti, invece, è possibile cedere i crediti maturati all’impresa, in cambio dei quali quest’ultima eseguirà l’opera. In alternativa, lo stesso committente potrebbe decidere di cedere il credito alle banche, dopo aver pagato la somma per intero all’impresa edile.