Con l’arrivo della stagione della dichiarazione dei redditi, è fondamentale sapere quali spese si possono portare in detrazione o deduzione e quali, invece, non danno diritto ad alcun beneficio fiscale.
Il sistema fiscale italiano prevede una serie di agevolazioni per i contribuenti, ma non tutte le spese sostenute nel corso dell’anno possono essere scaricate tramite il modello 730. Anzi, molti costi rimangono totalmente a carico del cittadino, anche quando sono significativi sotto il profilo economico.
Capire con precisione quali spese sono escluse dalle detrazioni e deduzioni consente di evitare errori nella compilazione del modello, prevenendo sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate e false aspettative in termini di rimborsi.
Qual’è la differenza tra spese detraibili e deducibili?
Per comprendere cosa non si può detrarre, occorre chiarire prima la distinzione tra spese detraibili e spese deducibili:
- le spese deducibili si sottraggono dal reddito complessivo, abbassando la base imponibile su cui si calcola l’imposta;
- le spese detraibili si sottraggono direttamente dall’imposta lorda, riducendola in modo proporzionale.
Entrambe permettono una riduzione dell’Irpef, ma operano in modo diverso. Se una spesa non rientra tra quelle espressamente ammesse dalla normativa, non può generare alcun beneficio fiscale.
Quali sono le spese non detraibili per i contribuenti persone fisiche?
Per i contribuenti che compilano il modello 730, come lavoratori dipendenti e pensionati, l’elenco delle spese che non possono essere scaricate è piuttosto ampio. Di seguito alcune delle principali:
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
- spese alimentari, comprese quelle sostenute per l’acquisto di generi di prima necessità o al supermercato;
- abbigliamento e calzature, anche se necessari per l’attività lavorativa;
- prodotti per l’igiene personale, cosmetici e articoli non sanitari;
- vacanze, viaggi, soggiorni e pacchetti turistici;
- pranzi e cene al ristorante, anche se legati a eventi familiari importanti;
- parcelle di avvocati per cause civili o penali, salvo casi specifici come il primo acquisto della casa con atto notarile;
- bollette delle utenze domestiche (acqua, luce, gas, telefono);
- spese condominiali ordinarie, come la pulizia delle scale o la manutenzione generale;
- assicurazione auto obbligatoria (RC Auto) e bollo auto;
- donazioni a familiari, amici o conoscenti, non tracciabili o non destinate a enti riconosciuti.
Queste voci, per quanto rappresentino una parte importante del bilancio familiare, non rientrano nelle categorie agevolabili previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Quali spese sanitarie non danno diritto a detrazione?
In generale, le spese sanitarie sono tra le più detraibili, ma non tutte rientrano nel beneficio fiscale. Sono escluse dalla detrazione:
- trattamenti estetici o interventi di chirurgia non necessari dal punto di vista medico;
- cure mediche effettuate all’estero che non rispettano i requisiti richiesti dalla normativa italiana (es. struttura non riconosciuta o mancanza di documentazione idonea);
- parafarmaci e integratori alimentari, anche se prescritti;
- corsi sportivi o attività motorie, anche se suggeriti da un medico, ma non riconosciuti come terapia sanitaria.
Le uniche spese sanitarie detraibili sono quelle riconosciute come prestazioni mediche necessarie e documentate da fattura fiscale regolare.
Quali spese scolastiche non sono ammesse in detrazione?
Le spese di istruzione sono detraibili entro il limite di 800 euro per figlio (che sarà innalzato a 1.000 euro per l’anno d’imposta 2025, con effetto dal 2026). Le spese eccedenti tale soglia non sono detraibili.
Inoltre, non si possono portare in detrazione:
- libri di testo scolastici, sia cartacei che digitali;
- materiali di cancelleria, come penne, quaderni, evidenziatori;
- divise scolastiche o abbigliamento sportivo richiesto dalla scuola;
- corsi di preparazione esterni o attività extracurricolari non riconosciute.
La detrazione scolastica si applica solo alle rette scolastiche e alle spese sostenute per l’istruzione frequentata presso istituti pubblici e paritari.
Quali limiti esistono per le spese detraibili?
Molte delle spese ammesse alla detrazione sono soggette a un tetto massimo. Tutto ciò che supera tale limite non è detraibile. Ecco i principali:
- 1.500 euro per ogni funerale sostenuto;
- 4.000 euro per interessi passivi sul mutuo ipotecario per acquisto prima casa;
- 250 euro per ciascun figlio a carico per attività sportive (età massima 18 anni);
- 250 euro per abbonamenti ai trasporti pubblici, calcolati a livello di nucleo familiare;
- 1.549,37 euro per i contributi previdenziali versati a colf, badanti e collaboratori domestici (limite riferito alla quota a carico del datore);
- 2.100 euro per spese sostenute per l’assistenza personale di soggetti non autosufficienti.
Se la spesa effettuata supera queste soglie, la parte eccedente non produce alcun risparmio fiscale.
Le spese non detraibili per autonomi e professionisti
Per lavoratori autonomi e professionisti, il principio di base resta lo stesso: una spesa è deducibile o detraibile solo se necessaria e inerente all’attività svolta, oltre che adeguatamente documentata.
Tuttavia, ci sono spese che non sono mai deducibili, anche per chi esercita attività autonoma. Ecco le principali:
- spese personali, come pranzi familiari, viaggi privati, cene non legate all’attività;
- abbigliamento non tecnico, anche se utilizzato durante l’orario di lavoro;
- spese per eventi privati, regali a familiari, feste o vacanze;
- spese condominiali non correlate all’uso professionale dell’immobile;
- utenze di casa se non esiste un uso promiscuo documentabile (es. studio in casa);
- acquisto di auto non strumentali all’attività;
- viaggi non motivati da esigenze di lavoro.
Inoltre, i professionisti che adottano il regime forfettario non possono detrarre né dedurre alcuna spesa. I costi dell’attività sono già presunti e incorporati in base al coefficiente di redditività legato al codice ATECO.
Come sapere se una spesa è detraibile o no?
La regola generale è semplice ma stringente: solo ciò che è esplicitamente previsto dalla normativa fiscale può essere portato in detrazione o deduzione. Tutto il resto, per quanto giustificabile o necessario, non genera alcun vantaggio fiscale.
In caso di dubbi, è sempre consigliabile:
- consultare il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate;
- rivolgersi a un commercialista o CAF;
- leggere attentamente la guida alla compilazione del modello 730.
Ogni anno molti contribuenti scoprono con sorpresa che alcune delle spese sostenute non sono detraibili, anche se oggettivamente rilevanti. Per evitare errori nella compilazione del 730, è fondamentale conoscere in anticipo quali voci sono escluse dalla normativa fiscale.
Compilare correttamente la dichiarazione dei redditi significa ottenere i giusti rimborsi, ma anche evitare contestazioni e sanzioni. In caso di incertezza, è sempre preferibile affidarsi a un esperto del settore fiscale.