Stipendi e pensioni, la mossa del Governo
Nel marasma della Legge di Bilancio da definire, Il Governo Meloni le sta provando tutte per ricavare fondi che al momento non ci sono. Una delle ultime idee sul tavolo, su cui sarebbero già al lavoro i tecnici del ministero dell’Economia, è anticipare innanzitutto il conguaglio dell’inflazione per le pensioni, e se possibile anche l’indennità di vacanza per i dipendenti pubblici. Questa mossa permetterebbe all’esecutivo di spostare la spesa dal Bilancio 2025, fin troppo problematico, a quello di quest’anno, che può contare ancora su regole Ue più flessibili.
L’anticipo di cui parliamo era già avvenuto lo scorso anno, con modalità simili. Ma non è detto che si ripeta anche quest’anno. E comunque, è bene ricordarlo, non si tratta di somme extra che verranno donate ai pensionati e ai dipendenti pubblici. Bensì di soldi che sarebbero comunque arrivati, seppure tra qualche mese, a queste categorie.
L’anticipo delle pensioni
Per quanto riguarda le pensioni, l’idea sarebbe di anticipare a dicembre 2024 un conguaglio che normalmente è versato a gennaio. Ogni anno, infatti, gli assegni pensionistici devono essere rivalutati in base all’andamento dell’inflazione, e a novembre l’Inps è tenuta a comunicare il dato definitivo sull’aumento del costo della vita. Sulla base di questi dati, viene poi calcolato l’importo extra da versare ai pensionati.
Esempio. Quest’anno l’Istat ha già segnalato che l’inflazione da recuperare è del 5,4%. Se a novembre, com’è probabile, il dato verrà rivisto dall’Inps al rialzo, ad esempio al 6,4%, allora ci sarebbe un 1% di pensione in più da recuperare su tutti i mesi precedenti. Questa somma di solito è erogata nel primo mese dell’anno, ma il Governo sta pensando di anticipare i tempi e sostanzialmente regalare un “bonus natalizio” ai pensionati italiani.
Va però ricordato che quest’anno l’esecutivo non si è comportato benissimo con tutte le categorie di pensionati. Perché non tutti i pensionati hanno ricevuto la rivalutazione piena della pensione per l’inflazione. Motivo per cui è anche partita una causa legale finita davanti alla Corte Costituzionale. Insomma, il Governo ha concesso la rivalutazione solo a chi percepiva un assegno fino a quattro volte il minimo (2.100 euro lordi al mese), mentre per gli altri la rivalutazione è stata tagliata senza cerimonie.
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L’indennità di vacanza per i dipendenti pubblici
Come anticipato, i tecnici del Mef starebbero ragionando anche su un anticipo per i dipendenti pubblici. In questo caso la misura è meno certa, ma potrebbe trattarsi di un anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale. È un’erogazione che spetta ai lavoratori statali per il periodo di tempo che passano con un contratto collettivo scaduto, poiché è un periodo in cui lo stipendio non può essere adeguato all’aumento del costo della vita.
L’anno scorso l’indennità di vacanza fu anticipata a dicembre, e si trattava di una cifra considerevole. Quest’anno invece i fondi stanziati dall’esecutivo, 5,5 miliardi di euro, garantirebbero un aumento medio dello stipendio, per i dipendenti pubblici con vacanza contrattuale, pari al 5,78%. C’è solo un possibile ostacolo all’operazione. I soldi vengono dallo stanziamento per il rinnovo dei contratti, e siccome le trattative per i nuovi Ccnl sono già avviate, i sindacati potrebbero mettersi di traverso chiedendo di non usare i fondi per l’anticipo dell’indennità. E tenerli invece da parte per gli aumenti di stipendio. Sarebbe uno sgambetto notevole al Governo, che rimarrebbe così con l’unica carta dell’anticipo ai pensionati. Il resto dei soldi, a quel punto, andrebbe messo disgraziatamente a bilancio per il 2025.