Mariella ha 50 anni, vive in una piccola provincia del Sud, e ogni mattina si sveglia con una sola certezza: quella di dover trovare un modo per arrivare a sera. È una madre single con tre figli piccoli, tutti sotto i 13 anni. Il padre da 1 anno non gli dà più il mantenimento, ma per problematiche relative all’ISEE, non può essere scorporato dal nucleo e quindi il loro ISEE è troppo alto per accedere ad ADI.
Storie ADI: “Fino al 2023 avevo il mantenimento”
Fino al 2023 riceveva un assegno di mantenimento dal padre dei bambini. Una cifra piccola, che le permetteva di non sprofondare. Poi, all’improvviso, l’assegno è sparito. Nessun pagamento da parte del padre da oltre un anno. Nessuna spiegazione.
Mariella ha provato a chiedere aiuto. Si è rivolta al CAF per aggiornare l’ISEE con la situazione reale, sperando almeno di ottenere l’ISEE corrente, come previsto nei casi di variazione reddituale significativa. Ma le è stato detto che non è possibile. Perché? Non lo sa nemmeno lei. Le è stato semplicemente risposto “non si può fare”. E con quella risposta, anche l’Assegno di Inclusione è svanito.
Oggi, nel 2025, Mariella non percepisce né l’assegno di mantenimento né l’ADI. Risulta ancora con un ISEE troppo alto, basato su una realtà che non esiste più. Un ISEE che riflette un reddito mai incassato. Un ISEE che la condanna alla fame.
“Sono piena di debiti. Non posso pagare il gas, ho saltato due bollette della luce. Alla Caritas non posso andare tutti i giorni. I bambini iniziano a chiedermi perché la cena è sempre la stessa: pasta in bianco e pane duro.”
Nella trappola della burocrazia
Mariella è una delle tante, troppe persone che si ritrovano intrappolate tra la burocrazia e l’indifferenza. Famiglie monoreddito che non ce la fanno, madri lasciate sole, costrette a combattere con le unghie e con i denti per non far crollare tutto. Ma quanto ancora potrà resistere?
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Le storie come quella di Mariella non fanno notizia. Non sono casi limite, sono semplicemente realtà diffuse. Ma è proprio per questo che meritano attenzione. Perché dietro ogni codice fiscale c’è una persona che soffre. E una madre che non riesce a sfamare i propri figli non dovrebbe mai essere invisibile.