Storie ADI. Sara è sposata, ha 41 anni, una disabilità certificata e due figli di 5 e 8 anni. Hanno ricevuto l’Assegno di Inclusione da gennaio fino al mese scorso. Per loro era fondamentale: vivono con il marito in un alloggio popolare e lei non può lavorare.
A seguito di un disguido burocratico, ora sono rimasti senza sussidio. Revocato a causa di un mancato appuntamento con i servizi sociali. Ecco la sua storia.
“Un problema con il Centro per l’impiego e via il sussidio”
Sara racconta: “Mio marito, che risultava nel nucleo familiare, stava seguendo il percorso previsto. Ha firmato il Patto di Attivazione Digitale, si è registrato al SIISL, aveva avuto un primo colloquio”.
“Poi a marzo, per un disguido con i servizi sociali, non si è presentato a un incontro al centro per l’impiego. Non lo sapeva nemmeno: la convocazione gli è arrivata tardi e ci hanno revocato l’ADI”
“Contavamo su questo sussidio, abbiamo un reddito molto basso”
Sara dice che ora dovranno provvedere a parlare con INPS per valutare la situazione, ma molto probabilmente dovranno ripresentare domanda. Nel frattempo, fino a che non verrà accettata nuovamente, niente entrata dell’ADI, sulla quale facevano invece affidamento.
“Nessuna possibilità di appello, e io come faccio con i bambini piccoli? Non abbiamo altre entrate se non quei (pochi) soldi che mio marito guadagna dal suo part-time come magazziniere”.
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E aggiunge: “Abbiamo provato a spiegare, a chiedere una rivalutazione, a portare la documentazione. Niente. Siamo stati cancellati dal sistema. E ora dobbiamo attendere la trafila di uffici che devono confrontarsi tra di loro, per un errore non commesso da noi. Non so davvero come tirare avanti”
Poi una domanda colma di stupore e rabbia: “Quello che mi chiedo è: può un’intera famiglia essere punita per un errore burocratico di una persona? Anche se una di noi è disabile e non c’entra nulla?”
Storie ADI. La negligenza si paga (e la paga il cittadino)
Purtroppo, la negligenza delle istituzioni viene spesso pagata dal cittadino, spesso ignaro di certi meccanismi (e di certi errori). Ma come è possibile che Sara e la sua famiglia debbano patire tutto ciò per qualcosa di cui non erano nemmeno al corrente?
Non possiamo fare altro che augurarci che possano risolvere tempestivamente la loro situazione, lasciandosi questa brutta esperienza alle spalle quanto prima.
E voi? Avete avuto storie simili o problemi con ADI? Scriveteci a storie@bonusepagamenti.it per raccontarci la vostra esperienza.