Storie ADI. “All’inizio del 2024, piena di speranza, ho fatto domanda per l’Assegno di Inclusione. Sapevo che non sarebbe stato un aiuto a tempo indeterminato, ma contavo sul fatto che questo strumento potesse darmi un sostegno economico mentre cercavo un lavoro stabile. Dopo qualche tempo, la mia richiesta è stata accettata, e sono stata assegnata a un ente che avrebbe dovuto seguirmi nel percorso di inclusione lavorativa”. Così di scrive Loredana (ndr nome di fantasia) nel raccontarci la sua esperienza con l’assegno di inclusione.
Storie ADI: “Mi aspettavo una chiamata”
Loredana, 52 anni e con un figlio di 15, voleva contare su ADI solo come appoggio temporaneo, approfittando della possibilità di essere inserita nel mondo lavorativo: “Aspettavo una chiamata, una comunicazione, un’opportunità. Sapevo che il programma prevedeva anche corsi di formazione per migliorare le competenze e aumentare le possibilità di trovare un impiego. Ma i giorni passavano e non succedeva nulla. Nessuna email, nessuna telefonata, nessun contatto da parte dell’ente che avrebbe dovuto aiutarmi”.
Poi, racconta Loredana, ha cercato lavoro da sola, perché comunque il sussidio ADI è solo un palliativo, e ovviamente poter contare su un lavoro stabile è tutta un’altra cosa. Dopo vari tentativi riesce a trovare un impiego stagionale. “Non era il lavoro della vita, ma mi ha permesso di andare avanti avendo qualche soldo in più oltre ad ADI, e di sentirmi attiva. Ovviamente, ho sempre rispettato le regole: ho aggiornato la mia posizione con il patronato, ho comunicato ogni variazione della mia situazione lavorativa, ho seguito tutte le indicazioni richieste”
Il lavoro però è terminato con la stagione estiva, così da settembre in poi, ha ripreso a cercare riscontri dall’ente che mi aveva presa in carico, sperando almeno in un corso di formazione.
“Ancora una volta, però, nessuno si è fatto sentire. Ho provato a contattarli, ma le risposte erano vaghe, imprecise, come se il mio caso fosse stato dimenticato”.
“Non voglio un sussidio e basta, io voglio rimettermi in carreggiata”
Loredana si chiede come sia possibile che ADI non permetta alle persone volenterose di lavorare e cambiare vita: “Chi pensa alle persone come me, che vogliono lavorare? Ho 52 anni, per trovare un impiego stabile ho bisogno di un aiuto concreto per rimettermi in carreggiata, invece mi ritrovo senza un’occupazione stabile, solo con un sostegno economico e, soprattutto, senza risposte chiare. Vivo da sola con mio figlio e ogni giorno diventa più difficile. Lui vuole andare all’università in futuro ma con il solo assegno di inclusione come potrei mai mantenerlo? Voglio solo capire: ho davvero esaurito ogni possibilità? Oppure esiste ancora un modo per ottenere l’aiuto che mi era stato promesso?”
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