La Manovra 2024, approvata di recente, ha confermato l’intenzione di effettuare il taglio cuneo fiscale per coloro che guadagnano fino a 35.000 euro all’anno. Questa decisione è stata presa nel contesto di una serie di misure che comprendono sia la proroga del taglio del cuneo contributivo sia la riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).
Bisogna però sottolineare che questa azione non si tradurrà necessariamente in un aumento significativo degli stipendi netti.
Cos’è il taglio cuneo fiscale?
Il taglio cuneo fiscale è una misura che riguarda la riduzione dei costi dei contributi previdenziali che vengono pagati dai datori di lavoro per i loro dipendenti. In pratica, quando una persona lavora per un’azienda, il datore di lavoro versa dei soldi all’assicurazione sociale per quel lavoratore.
Quando si parla di taglio del cuneo fiscale, si indica che il governo ha deciso di abbassare questi contributi che l’azienda deve pagare, permettendo così alle aziende di spendere meno soldi per assumere o mantenere i propri dipendenti. L’obiettivo è quello di incentivare le assunzioni e dare un po’ più di soldi alle persone che lavorano, in modo che possano beneficiare di stipendi più alti o mantenere più soldi nella loro busta paga.
Questa misura è già in atto e rappresenta un aspetto importante per le finanze pubbliche. La metà del bilancio governativo è dedicata a ridurre i contributi per i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 35.000 euro all’anno. In sostanza, non ci saranno grandi cambiamenti rispetto a quanto già sperimentato.
L’incremento nel reddito netto in busta paga, che si è già verificato nel 2023 grazie alle azioni del governo nel Decreto Lavoro durante l’estate, sarà confermato senza stravolgimenti. Questa riduzione era iniziata nel 2022 con il precedente Governo Draghi e nel corso del 2023 era stata incrementata fino al 6/7%.
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Cosa cambia con la Manovra 2024
La Manovra 2024, ovvero la nuova riforma fiscale, comporta un accorpamento dei primi due livelli di reddito per quanto riguarda l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef). Questa modifica implicherà l’applicazione di un’unica aliquota del 23% fino a un reddito di 28.000 euro all’anno. È fondamentale notare che, in termini pratici, l’effetto sull’incremento dei salari sarà minimo, poiché il taglio del cuneo contributivo è già in vigore e è stato solo esteso nel tempo.
Le attuali misure di taglio cuneo fiscale a carico dei lavoratori sono state confermate solo per il 2024. Ci sarà una riduzione nel risparmio registrato in busta paga a causa dell’esclusione della tredicesima mensilità. Inoltre, dal punto di vista pratico, i limiti salariali devono essere valutati ogni mese, considerando il reddito soggetto a contributi previdenziali. Quest’ultimo può variare a seconda degli importi erogati dall’INPS, il che significa che il taglio contributivo potrebbe essere applicato in alcuni mesi e non in altri.
Chi otterrà più vantaggi da questa misura?
Con l’approvazione definitiva della nuova Legge di Bilancio da parte del Parlamento, è confermata l’entrata in vigore del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti nel corso del 2024.
Questa misura si aggiunge alla recente riforma dell’Irpef, già promulgata dal governo nei giorni scorsi, seguendo le decisioni prese nell’autunno precedente.
- Da un lato, le nuove aliquote fiscali, attive dal primo gennaio 2024, saranno vantaggiose per coloro che hanno redditi medio-bassi.
- Dall’altro lato, la riduzione della quota di contributi a carico dei lavoratori si tradurrà in un aumento netto delle retribuzioni, riflesso poi nella busta paga.
Queste misure hanno lo scopo di alleggerire il carico fiscale per i lavoratori dipendenti e di fornire un sostegno economico a coloro che si trovano in fasce di reddito più basse. Gli effetti diretti sull’aumento degli stipendi possono variare e potrebbero non essere così evidenti per tutti i beneficiari.
Tre fasce di reddito per il 2024
A partire dal 2024, il sistema fiscale relativo all’Irpef sarà caratterizzato da tre fasce di reddito. I primi due livelli, rispetto alla struttura attuale, verranno uniti, creando un nuovo schema:
- Prima fascia: fino a 28.000 euro di reddito lordo annuale, si applicherà un’aliquota dell’Irpef del 23%.
- Seconda fascia: da 28.000 a 50.000 euro di reddito lordo annuale, si applicherà un’aliquota dell’Irpef del 35%.
- Terza fascia: oltre i 50.000 euro di reddito lordo annuale, si applicherà un’aliquota dell’Irpef del 43%.
Questa modifica comporterà un massimo incremento di 260 euro lordi all’anno per chi ha un reddito di 28.000 euro. Al di sotto dei 15.000 euro, non ci saranno differenze, poiché il 23% rappresenta già l’aliquota applicata. Inoltre, nella fascia compresa tra 28.000 e 50.000 euro di reddito, ci sarà un vantaggio, dato che l’impiego incrementale dell’Irpef comporta una tassazione più bassa sui primi 28.000 euro guadagnati. Per redditi superiori a 50.000 euro, il governo prevede correzioni introducendo tagli alle detrazioni, che annullano il beneficio fiscale precedentemente ottenuto.