Testo unico sulle riscossioni, via libera dal Governo
Il Consiglio dei ministri si è riunito lo scorso 17 settembre, e tra i provvedimenti che sono stati approvati, almeno in via preliminare, c’è anche il “Testo unico sui versamenti e la riscossione”. “Dopo i testi unici su giustizia tributaria, tributi erariali minori e sanzioni tributarie”, ha spiegato il viceministro di Economia e Finanze Maurizio Leo, “oggi il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il testo unico in materia di versamenti e di riscossione…Si tratta del quarto testo unico approvato dal governo Meloni, a dimostrazione del nostro impegno costante per semplificare e razionalizzare le attuali norme in materia tributaria…Andiamo avanti nel percorso di attuazione della riforma fiscale, per la costruzione di un fisco più equo e moderno”.
Al di là delle dichiarazioni di circostanza, è bene capire nel concreto quali sono le novità che il testo unico sulle riscossioni propone. E se davvero sono in grado di apportare cambiamenti sostanziali (e positivi) al nostro sistema fiscale.
Le novità del testo unico
Come anticipato, il testo unico sulle riscossioni ha lo scopo di semplificare alcune disposizioni già esistenti, contenute all’interno di fonti legislative che sono state compilate nel corso di quasi tre decenni. In questo modo il Governo si impegna a riordinare, sfoltire e armonizzare le norme seguendo una ratio più rigorosa, che dovrebbe semplificare la vita sia al Fisco che ai contribuenti.
La prima novità cruciale contenuta nel testo unico è un meccanismo per allungare i piani di dilazione e quindi rateizzare ancora di più i debiti con il fisco. Si potrebbe arrivare in alcuni casi anche a 120 rate, in base all’entità del debito da pagare e alla presentazione (o meno) di una documentazione adeguata che attesti la situazione di temporanea difficoltà da parte del contribuente. Sarebbe un aiuto notevole per tutti quei contribuenti responsabili, che riconoscono l’importanza di pagare le tasse, ma si trovano in situazioni economiche proibitive.
Il secondo punto innovativo introdotto dal testo unico riguarda invece il magazzino degli arretrati. Il piano è di svuotarlo il più possibile, per evitare che sempre più tasse difficilmente riscuotibili si accumulino nel magazzino della riscossione. Qui infatti finiscono tutte le imposte che l’Agenzia delle Entrate non riesce a incassare, e il testo sulle riscossioni prevedrebbe, dopo cinque anni di tentativi andati a vuoto, un discarico automatico dei ruoli. Ciò significa che l’Agenzia potrà restituire la cartella a chi l’ha emessa in origine, che poi sarà libero di incassarla per conto suo o affidandosi a enti privati di riscossione.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Nel 2023, secondo la Corte dei Conti il magazzino degli arretrati non riscossi conteneva oltre 1.200 miliardi di euro. Soldi fermi in un limbo, che adesso potrebbero finalmente entrare nelle tasche giuste. Sempre che il meccanismo funzioni a dovere.
Tutti gli articoli del testo
Il Testo unico sulle riscossioni approvato in Cdm è composto in tutto da 241 articoli, suddivisi a loro volta in 9 titoli. Si va dai rimborsi alla riscossione spontanea alla riscossione coattiva, passando per la mutua assistenza per il recupero dei crediti (sorti nel territorio nazionale o in uno Stato membro dell’UE). Come si legge inoltre nel comunicato rilasciato dal Consiglio dei ministri, il testo “è strutturato in base all’ordinario iter di acquisizione delle entrate”, e contiene quindi:
- La disciplina dei versamenti diretti, e i relativi rimborsi
- La disciplina della riscossione mediante ruoli e coattiva
- Tutte le disposizioni che riguardano il funzionamento del servizio nazionale della riscossione
- Le disposizioni che estendono la disciplina della riscossione mediante ruolo alle diverse entrate dello Stato, anche di carattere non tributario
- La disciplina di recepimento della direttiva 2010/24/UE, in materia di mutua assistenza tra gli Stati membri dell’UE ai fini della riscossione dei crediti erariali
- E infine le disposizioni transitorie e finali, nell’ambito delle quali sono individuate quelle oggetto di abrogazione e di coordinamento
Si aggiungono poi tre allegati che si occupano di:
- Individuazione delle forme societarie dei soggetti residenti nell’Unione Europea, e anche delle imposte sui redditi applicate negli Stati Ue, ai fini dell’applicazione dell’esenzione dalle imposte sugli interessi
- Canoni pagati a società non residenti o con stabile organizzazione in un altro Stato membro
- Elencazione delle disposizioni di interpretazione autentica ricondotte all’interno del testo unico
A questo punto, il “Testo unico sui versamenti e la riscossione” dovrà affrontare l’esame delle Commissioni tecniche, e il percorso per l’approvazione sarà parecchio lungo. Infatti, se l’iter andrà a buon fine il testo entrerà in vigore soltanto dal 1° gennaio 2026. Nel frattempo, il Governo avrà altre gatte da pelare assai più problematiche. Ad esempio la chiusura della prossima Manovra 2025, o il rispetto delle nuove direttive Ue molto più stringenti. Insomma, di lavoro da fare ce n’è. Si spera solo che sia fatto bene.