Abolizione RdC: fioccano annunci di lavoro da 3 euro l’ora. Questo sembra essere il “mercato” venutosi a creare ora che il reddito di cittadinanza vira inesorabilmente verso il suo tramonto.
E così, i datori di lavoro, prima spinti a giocare a una sorta di asta immaginaria dove loro malgrado erano costretti a rialzare i “prezzi” da pagare al lavoratore, ora sembrano invece essere tornati a giocare al ribasso.
A denunciare questo clima di terrore, è il deputato Francesco Emilio Borrelli, che mette in evidenza un problema inquietante.
Annunci di lavori sottopagati: senza il salario minimo dove si va?
Senza un salario minimo imposto dalla legge, il rischio, è ovvio, si rischia di lasciare che i datori di lavoro abbiano mano libera e stabiliscano retribuzioni ai limiti della vergogna.
Come la proposta che viene da Napoli, dove una persona ha denunciato di aver risposto a un annuncio di lavoro per 1000 euro al mese. Fin qui nulla di male, osserverete voi: uno stipendio che potrebbe essere di tutto rispetto. Se non fosse che la “proposta” prevedeva 12 ore di lavoro al giorno per sei giorni a settimana. Settantadue ore settimanali. Un contratto di lavoro fuori da qualsiasi limite di legge, che fissa invece il massimo delle ore settimanali in 48, comprensive degli straordinari.
Ma non è la sola “proposta indecente”. Qualcuno più clemente rialza lasciando liberi due giorni a settimana allo stesso prezzo, qui la paga “sale” a poco più di 4 euro l’ora.
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Abbiamo anche poi chi “offre” 800 euro dal lunedì al sabato, per 12 ore al giorno. Primi due mesi? Ovviamente “di prova”. Il contratto? Dopo. Quando c’è, sennò lavoro direttamente a nero. Un po’ c’era da aspettarselo, che dopo l’abolizione sarebbero tornate tali proposte. Ma ciò non toglie che non dovrebbe mai accadere.
Proprio per questo, la proposta è stata gentilmente declinata da chi aveva chiesto ulteriori informazioni sulla retribuzione. Ma di proposte così ce ne sono tante: come la ragazza che ha rifiutato un lavoro da 10 ore al giorno per 280 euro al mese.
O come Ornela Casassa, l’ingegnere 27enne che qualche mese fa ha denunciato lo stipendio “da fame” propostole: 750 euro al mese per un full time. “Con quelli non arrivo a pagarmici nemmeno l’affitto” aveva tuonato.
Ma visto l’andamento generale del mercato del lavoro, incontro a quale destino andremo?
Abolizione RdC: gli spettri del disagio economico
Se è vero che da un lato il Governo avvertiva la necessità di mettere un freno a tutto il clima di irregolarità e dare una battuta d’arresto ai “furbetti” del reddito, stringendo la morsa e riducendo quindi ai minimi termini la rosa dei “papabili” a ottenere il sussidio, è altrettanto vero che però, adesso, il rischio è uno, Anzi, due:
- l’abolizione del reddito farà abbassare ulteriormente l’asticella: i datori di lavoro saranno ben consapevoli di poter spingersi oltre ogni limite, contando sul fatto che qualcuno, per disperazione, accetterà le loro proposte;
- il salario minimo, così facendo, scenderà ai minimi storici, e si entrerà in una sorta di circolo vizioso che ripoterà al punto uno.
Per questo, con lungimiranza, Borrelli denuncia quanto accaduto, così che serva da esempio da cui tenersi alla larga.