L’INPS, con il Messaggio n. 592 del 17 febbraio 2025, aveva introdotto tre misure fondamentali per la gestione dei carichi di cura, in particolare riguardo alla attribuzione automatica di questi ultimi. Il carico di cura sarebbe stato assegnato d’ufficio ai beneficiari aventi diritto, eliminando la necessità di una richiesta esplicita. Tuttavia, qualcosa è andato storto perché molti non li hanno ancora ricevuti.
ADI e carichi di cura: che fine hanno fatto?
Chi non aveva indicato il carico di cura nella domanda, pur avendone diritto, avrebbe ottenuto un ricalcolo automatico dell’importo spettante, comprensivo degli arretrati.
Inoltre, le richieste di Assegno di Inclusione (ADI) rigettate per mancata dichiarazione del carico di cura sarebbero state riesaminate automaticamente, garantendo l’accesso al beneficio per coloro che possedevano i requisiti necessari.
Nonostante le disposizioni annunciate, però, a oggi non risultano applicate le modifiche promesse. Numerosi beneficiari segnalano che:
- non è stato effettuato alcun ricalcolo sulle mensilità precedenti;
- gli arretrati dovuti non sono ancora stati accreditati;
- le domande respinte per l’assenza del carico di cura non risultano ancora riesaminate.
Questo ritardo ha causato notevoli disagi e un grande malcontento tra le famiglie aventi diritto, che attendono il riconoscimento delle somme spettanti. Inoltre, la mancata applicazione del coefficiente 0,4 sulla scala di equivalenza sta determinando una riduzione significativa dell’importo mensile erogato, con tagli che possono arrivare fino a 200 euro per nucleo familiare.
Chi rientra nei carichi di cura?
Un componente del nucleo familiare viene considerato con “carichi di cura” se rientra in una delle seguenti categorie:
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- minore di tre anni presente nel nucleo familiare.
- presenza di almeno tre figli minorenni.
- componente con disabilità o non autosufficienza, come definito dall’Allegato 3 al DPCM n. 159/2013.
Questi criteri influenzano il calcolo della scala di equivalenza utilizzata per determinare l’importo dell’Assegno di Inclusione, incrementando dunque il coefficiente e, di conseguenza, il valore del sostegno economico riconosciuto.
Chiaramente, le famiglie che non si vedono riconosciute tale circostanze stanno al momento percependo degli importi minori di quanto spetterebbe loro.